I meme dell’Italian Brainrot hanno un aspetto grottesco e sono immagini generate con l’intelligenza artificiale, creature bizzarre. Coccodrilli con il corpo di un cacciabombardiere, oche con ali da jet militare, tazzine di caffè con katane o elefanti-cactus con ai piedi sandali Birkenstock. Personaggi con nomi onomatopeici e piccole storie in rima raccontate da una voce, anch’essa realizzata con l’AI. Fra i cult: Trallallero Trallallà, lo squalo con tre scarpe da ginnastica; Bombardiro Crocodilo, l’alligatore bombardiere; Tung Tung Tung Sahur, la mazza indonesiana. Short video demenziali che hanno conquistato il pubblico planetario: dai Balcani agli USA, dalla Germania alla Corea del Sud.
Attenzione a Youtube Kids
L’aspetto inquietante emerge quando i “meme Brainrot” finiscono su YouTube Kids malgrado le restrizioni applicate ai video. “Trallallero Trallallà” è stato ritenuto ‘contenuto adatto’ al pubblico dei più piccoli. Il video però contiene bestemmie, insulti e riferimenti violenti – anche ai bambini bombardati a Gaza o offese alla religione – il tutto mascherato da un’estetica cartoon. L’allarme è scattato quando i bambini hanno cominciato a canticchiare le ‘canzoncine’ violente. Youtube Kids, da parte sua, raccomanda la supervisione diretta da parte degli adulti e l’uso della modalità “solo contenuti approvati” – ma pochi genitori sanno come attivarla.
La mitologia dei brainrot
I personaggi si sono arricchiti di una propria narrazione, fino a sviluppare una nuova mitologia: guerre tra fazioni, alleanze, origini leggendarie, proprio come i Pokémon o i personaggi della Marvel. Anche i Brainrot hanno ora delle caratteristiche specifiche, poteri, trasformazioni e anche carte da gioco fan-made.
Marciume celebrale
Sarebbe questa la traduzione del Collins dictionary. Il termine brainrot risale alla fine dell’800 ed era usato per criticare la tendenza a banalizzare la complessità. Il significato attualizzato indica oggi “l’incapacità di pensare chiaramente causata dall’uso eccessivo di contenuti online di bassa qualità” soprattutto ad uso della GenZ e Alpha.
Brainrot diventa un videogioco?
PlayStation Store ha dedicato una pagina – sarà un test o uno scherzo? – che promuove un nuovo titolo, non ancora disponibile, chiamato Trallallero Trallallà: Battle Royale, un gioco sparatutto incentrato sullo scontro fra personaggi del Brainrotverse in mappe caotiche e surreali. Non ci sono conferme ufficiali sulla sua reale pubblicazione, ma l’idea non appare così improbabile, visti i milioni di follower e la produzione di gadget, tatuaggi, modelli 3D e merchandising dedicati ai nuovi ‘cattivi del web’.
Il paradoso di un successo
Contenuti non-sense e offensivi uniscono comunità globali con una una risata collettiva. Sarà satira postmoderna o marciume digitale? Di sicuro è un linguaggio che parla ai nativi digitali col fascino disturbante dell'assurdo. Ma la viralità, come abbiamo visto, non è sempre innocua: la facilità con cui questi video entrano nei mondi online dei bambini, grazie a un’estetica infantile e all’algoritmo poco attento, rappresenta un rischio concreto. Il messaggio per i genitori è chiaro: supervisione attiva, filtro dei contenuti e dialogo continuo sui video che i più piccoli guardano. Perché dietro a uno squalo con le Nike può nascondersi un mondo troppo poco innocente.