Niallia tiangongensis è un microrganismo di nuova specie. Identificato da un team di ricercatori cinesi, è stato rilevato sulle superfici interne dell’hardware della stazione spaziale Tiangong e potrebbe rappresentare una chiave per comprendere come la vita microbica si adatti – e sopravviva – in ambienti estremi

Batteri spaziali: la nuova scoperta sulla stazione orbitante cinese

Il batterio spaziale resiste alla microgravità ed alle radiazioni spaziali. Il Niallia tiangongensis è aerobico, a forma di bastoncello e in grado di formare spore, caratteristiche che lo rendono naturalmente predisposto alla sopravvivenza in condizioni difficili, tra cui la microgravità e l’esposizione alle radiazioni cosmiche. Unico nel suo genere per caratteristiche microbiologiche, è il primo esempio in assoluto di batterio spaziale. Gli studiosi hanno anche individuato un ‘parente terrestre’ più vicino, Niallia circulans. Dal punto di vista chimico, il ceppo appartiene ad una specie completamente nuova. 

Strategie di sopravvivenza

Fra le proprietà più affascinanti di Niallia tiangongensis c’è la capacità di idrolizzare la gelatina, scomponendola in molecole semplici per utilizzarla come fonte di carbonio e azoto. Abilità che potrebbe risultare fondamentale per la sopravvivenza in ambienti con disponibilità limitata di nutrienti, come quelli presenti sulla stazione spaziale. Il batterio è inoltre capace di produrre uno strato protettivo composto da molecole extracellulari - biofilm, -  utile a resistere allo stress ambientale e a ridurre la vulnerabilità agli antibiotici. 

Il pericolo invisibile

La presenza di batteri in orbita non è una novità, ma la scoperta di una nuova specie ‘adattata’ all’ambiente spaziale pone degli interrogativi per la sicurezza delle missioni a lungo termine. I microbi potrebbero influire sulla salute degli astronauti, ma anche agire sui materiali tecnici, ad esempio creando dei biofilm sulle superfici. Studi simili consentono di validare protocolli di contenimento microbiologico e sistemi di sanificazione più in linea con le reali esigenze connesse alla vita umana nello Spazio. La scoperta di Niallia tiangongensis, finanziata dal progetto ingegneristico della Stazione Spaziale Cinese (Award NO.2019HJS002), offre anche una prospettiva biotecnologica: la capacità del batterio di utilizzare risorse scarse e di resistere a condizioni estreme potrebbe ispirare nuove applicazioni nell’ambito della bioingegneria, sia terrestre che spaziale. 

Astrobiologia

Niallia tiangongensis non è solo una nuova voce nei manuali di microbiologia, ma un emblema dell’adattabilità della vita. Resta da capire se il suo arrivo sulla Tiangong sia frutto di contaminazione terrestre o di evoluzione spontanea, questa scoperta apre comunque una nuova frontiera nella ricerca astrobiologica. L’esplorazione spaziale si fa sempre più ambiziosa - con obiettivi di colonizzazione della Luna e di Marte -  e una conoscenza più mirata delle eventuali forme di vita, anche batterica, che possiamo incontrare resta un passo essenziale per garantire la sicurezza, la salute e l'efficienza dei futuri habitat spaziali.

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