Cala il sipario sul primo servizio per le chiamate digitali. Dopo oltre vent’anni di attività, la piattaforma non esisterà più: Microsoft la ritira definitivamente

Skype era stato lanciato durante l’estate del 2003 da un gruppo di sviluppatori e imprenditori dell’est Europa che volevano dare forma a un’idea semplice e potente: rendere le chiamate via Internet accessibili a chiunque, ispirato al sistema peer-to-peer di Napster. L’app riduceva i costi  aumentando l’affidabilità delle chiamate. Skype segnò un grosso progresso tecnico ma anche l’inizio di un cambiamento culturale profondo. L’entusiasmo di milioni di utenti  - nel 2004 erano già 10 milioni – accolse Skype, anche prima che fosse introdotta la funzione della videochiamata, nel dicembre 2005. 

La comunicazione globale

Skype divenne sinonimo di comunicazione globale, familiare e personale. Amici divisi da oceani, coppie in relazioni a distanza, studenti in Erasmus, professionisti da remoto: per tutti, Skype è stato il primo strumento di contatto continuo e visivo a distanza, superando di fatto le telefonate tradizionali, costose e spesso inaccessibili, che diventarono improvvisamente obsolete.

Il resto è storia

Nel 2005 Skype fu acquistato da e-Bay - per 2,6 miliardi di dollari – per integrare la comunicazione tra venditori e acquirenti sul suo marketplace. L’idea non funzionò come sperato e dopo alcuni passaggi la piattaforma approdò nelle mani di Microsoft nel 2011, con un investimento di 8,5 miliardi. Skype stava per diventare il cuore pulsante della comunicazione di Windows, Xbox, Outlook e in generale all’interno dell’ecosistema Microsoft. La fusione con Windows Live Messenger, completata nel 2013 andava in questa direzione. Ma Skype viveva sul desktop mentre il mondo si stava spostando sul mobile, svolta che l’app ha mancato e che avrebbe invece potuto mantenerla competitiva rispetto alle nuove piattaforme  che, con servizi più intuitivi, integrati nativamente nei sistemi operativi erano pensati per l’uso mobile. FaceTime, WhatsApp, Messenger - e successivamente Zoom, Google Meet e Discord - presero il posto del pioniere Skype.

Covid 29 

La pandemia del 2020 mise il mondo intero nella condizione di improvvisare soluzioni per lavorare, studiare e comunicare a distanza. Chi si aspettava una rinascita di Skype è rimasto deluso, perché  Microsoft decise di voltare pagina investendo sul suo nuovo prodotto: Teams. Pensato inizialmente per il mondo aziendale, Teams fu rapidamente adattato anche a contesti scolastici e informali, conquistando milioni di utenti e consolidandosi come piattaforma universale di collaborazione. 

Una fine annunciata 

Dal 2021 Microsoft aveva smesso di sviluppare funzionalità per Skype, ma l’annuncio ufficiale della chiusura è arrivato nel febbraio 2025. Gli utenti avranno tempo fino a gennaio 2026 per esportare le proprie chat, contatti e file. Dopo quella data, i server verranno spenti e i dati eliminati. Eppure, per molti, non sarà solo una migrazione tecnica. Sarà una separazione emotiva. Skype, infatti, non è mai stato soltanto un software. Nel 2025, il numero di utenti attivi mensili si era ridotto a circa 23 milioni, contro i 150 milioni del 2011. Skype era ormai un pezzo di storia della tecnologia non più al passo con i tempi. Ma come tutte le tecnologie che segnano un’epoca, Skype non scompare del tutto, rimarrà nei ricordi, nei racconti, nelle emozioni condivise attraverso quel portale azzurro che ha unito il mondo intero, un clic alla volta.

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