Se ci fossero nel cielo asteroidi e comete minacciose per la Terra, FlyEye le potrà individuare. È il primo telescopio di difesa europeo, con un ‘cuore tecnologico’: un sistema ottico capace di esplorare un’area pari a 200 volte la Luna piena. Il telescopio, proprio come l’occhio della mosca, ha una visuale multipla: uno specchio primario scinde la luce in 16 canali ottici, ciascuno con una telecamera capace di individuare oggetti piccoli o poco luminosi, deboli, su una vasta porzione del cielo e in un’unica osservazione.
L’esordio
Era stato annunciato già nel 2022, con la sottoscrizione dell’accordo fra Asi e Ohb Italia per la creazione di quattro di questi super telescopi a tecnologia tutta italiana, operazione finanziata con fondi Pnrr. Ora Flyeye ha realizzato la sua "prima luce": un momento chiave nella vita di ogni telescopio, l’istante in cui osserva per la prima volta il cielo notturno. FlyEye cattura immagini dettagliate, è dotato di visione grandangolare utile per le operazioni di sorveglianza e identificazione rapida di oggetti in movimento nello Spazio.
Asteroidi e comete
Questo primo FlyEye fa parte di una rete di quattro telescopi che saranno distribuiti strategicamente tra emisfero nord e sud del Mondo, quattro ‘sentinelle’ capaci di monitorare l’intera volta celeste ogni notte, riducendo la dipendenza dalle condizioni meteorologiche locali. Come spiega Ernesto Dölling, responsabile del progetto FlyEye per l’ESA, "una rete distribuita di telescopi aumenterà la tempestività e la completezza delle rilevazioni, migliorando la nostra capacità di identificare pericoli in arrivo". Le informazioni raccolte saranno condivise con la comunità scientifica internazionale per azioni coordinate.
Destinazione Sicilia
Conclusa con successo la fase di test a Matera, il primo FlyEye raggiungerà presto la sua destinazione finale sul Monte Mufara, in Sicilia, a 1865 metri di altitudine. Da lì opererà in maniera continuativa, contribuendo alla rete internazionale di sorveglianza del cielo. Il sito è stato scelto per le sue condizioni ideali di osservazione e per il supporto infrastrutturale garantito dall’Agenzia Spaziale Italiana. La costruzione del sito siciliano è frutto di una collaborazione stretta tra ESA, ASI e istituzioni locali, e non è stata priva di inciampi amministrativi. Solo una risoluzione del Tar nel 2024 ha consentito di avviare l’impianto del FlyEye in Sicilia, con grande soddisfazione della comunità scientifica internazionale, confermando il ruolo centrale dell’Italia nel programma europeo di difesa planetaria.
Caccia ai detriti spaziali
FlyEye nasce per monitorare i Near-Earth Object, comete e asteroidi che potrebbero colpire la Terra. Ma è anche parte integrante del sistema europeo di sorveglianza dei detriti spaziali, una rete globale capace di tracciare oggetti in orbita media e alta (MEO e HLEO), prevenendo collisioni con satelliti attivi, al fine di garantire la sicurezza dell’ambiente spaziale e in particolare dell’orbita bassa, sempre più affollata di satelliti, tecnologie e infrastrutture vitali per la nostra vita quotidiana.
Occhi al cielo
Il progetto FlyEye è ambizioso e strategico per lo Space europeo, e sottolinea la complessa articolazione della filiera industriale spaziale italiana che ha brevettato, progettato e realizzato questo telescopio supportato da investimenti pubblici attraverso l’ESA e l’ASI. Una dimostrazione tangibile della leadership italiana nel settore aerospaziale e del suo contributo alla sicurezza dell’intero pianeta. “FlyEye non è solo un progetto tecnologico, ma un simbolo di come l’eccellenza scientifica e industriale italiana possa avere un impatto concreto e globale” è stato il commento del presidente dell’ASI Teodoro Valente a fronte della prima luce di FlyEye, che ha poi definito come “un esempio di scienza al servizio dell’umanità”. Con i suoi occhi sempre puntati verso il cielo, FlyEye si candida a diventare una delle sentinelle più preziose del nostro tempo, scrutando il cosmo a caccia di asteroidi. Altro che Armageddon.