Innovazione
1 agosto, 2025Pechino mette a segno un nuovo primato: misurare la distanza tra la Terra e la Luna con un laser “diurno”. E colpisce un retrorifettore che era stato posizionato sul suolo lunare durante una delle missioni Apollo. Con buona pace degli scettici, negli anni ’60 c’è stato davvero un Man on the Moon
La missione cinese rappresenta il primo caso di telemetria laser orbitale effettuata nello spazio cislunare, in condizioni di luce solare. Queste operazioni di misurazione sono solitamente notturne: il laser colpisce degli speciali strumenti ottici posizionati sulla Luna- i retroriflettori angolari - capaci di riflettere un impulso laser esattamente nella direzione da cui è arrivato. Questi dispositivi furono posizionati dalle missioni Apollo della NASA tra gli anni ’60 e ’70. E sono utilizzati ancora oggi per misurare con precisione la distanza Terra-Luna.
La barriera della luce solare
Gli scienziati cinesi hanno superato un grande ostacolo: l’interferenza della luce solare. I test di telemetria laser verso la Luna – banalmente, la misurazione della distanza Terra Luna - sono sempre stati eseguiti di notte, per evitare il ”rumore ottico” e le distorsioni del segnale laser causate dalla luce del sole. A dare la notizia del primato di Pechino è stata l’agenzia cinese Xinhua, raccontando come questo esperimento – con un sistema di telemetria nel vicino infrarosso montato su un telescopio da 1,2 metri dell'Osservatorio dello Yunnan - la Cina è riuscita per la prima volta al mondo a "vedere" un segnale laser orbitale in pieno giorno. Il satellite Tiandu-1, lanciato il 20 marzo 2024, si trova a circa un terzo della distanza tra la Terra e la Luna ed ha “ricevuto” e riflesso con successo il raggio laser inviato da Yunnan, rendendo possibile il calcolo della distanza con una precisione estrema: sarebbe come colpire un capello da 10 chilometri di distanza.
Deep space exploration
L’importanza di questo primato cinese va letta nella proiezione verso le missioni umane sulla Luna: consente di aumentare la frequenza delle osservazioni e migliorare le capacità di navigazione, posizionamento e comunicazione nelle future missioni lunari. Il test, realizzato da un team interdisciplinare guidato dal Deep Space Exploration Lab e da istituti come l’Osservatorio Astronomico di Shanghai e l’Istituto di Ingegneria Satellitare di Shanghai, rappresenta un'innovazione chiave per il programma cinese di costruzione della Stazione di Ricerca Lunare Internazionale che, è interessante notare, viene condotto in collaborazione con la Russia.
Obiettivo 2030
La colonizzazione della Luna è il nuovo sogno dell’uomo. E la Cina potrebbe battere l’America sul filo di lana. I programmi spaziali cinesi prevedono già per il 2030 l’invio di una missione umana sulla Luna, per iniziare la costruzione di una base permanente al polo sud entro il 2035. Si tratta del nuovo “Eldorado”: un ambiente estremo, ricco di crateri in ombra e ghiaccio d’acqua. E le tecnologie avanzate, come il puntamento laser diurno, saranno strategiche per il successo delle operazioni. Il satellite Tiandu-1, insieme al relè Queqiao-2 e al gemello Tiandu-2, ha già cominciato a raccogliere dati utili per costruire una rete permanente di comunicazione e navigazione tra Terra e Luna. La sfida è solo all’inizio: i ricercatori cinesi intendono estendere presto i test laser a distanze più elevate e con frequenze più alte, per integrare questa tecnoloa nelle future missioni interplanetarie.
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