
Oltre la riabilitazione storica di Piscitelli, la pagina ha lanciato il 2 luglio, anniversario di nascita di Piscitelli, anche una campagna di beneficenza in favore dell’associazione “Flavio e Francesco”, due giovani tifosi della Lazio affetti da una malattia rara, figli di Marco Rosci, amico storico del capo ultras laziale: campagna che prevede per la cifra di 18 euro l’acquisto di una maglietta che raffigura Diabolik con alle spalle altri tifosi che sorreggono lo striscione degli “Irriducibili”, il tutto acquistabile sul circuito “PayPal”.
La famiglia Piscitelli non è nuova ad azioni di beneficenza: durante i funerali avvenuti al Santuario del Divino Amore e trasformatisi da cerimonia privata a funerale pubblico con fascisti calati da tutta Italia, furono raccolti soldi poi donati alla Lega Italiana Fibrosi Cistica del Lazio, che qualche giorno dopo la ricezione del bonifico ringraziò la famiglia, con una lettera a firma della Presidente Silvana Mattia Colombi, per aver voluto onorare la memoria “dall’amato Fabrizio” “dando una speranza a chi lotta per un futuro migliore”.
Alla Lega Italia Fibrosi Cistica non interessava chi fosse Fabrizio Piscitelli, così come all’associazione “Flavio e Francesco” non interessa che i proventi per attività benefiche vengano dalla vendita di una maglia che raffigura un criminale ucciso in circostanze ancora da chiarire, entrambi memori dell’antico adagio che “pecunia non olet”. Pecunia che Piscitelli muoveva in modo disinvolto gestendo traffici di droga e usura, non avendo nessuna remora a far punire fisicamente chi non pagava o chi non “mostrava rispetto”.
La prassi della santificazione di un criminale affonda le radici nella storia della camorra e dei cartelli del narcotraffico sudamericano, dove la sovrapposizione tra capo clan e benefattore è ancora in voga. Santificazione che nel caso di Diabolik fu anticipata la scorsa estate da un murales in zona Tor Pignattara, subito rimosso dal decoro urbano del Comune di Roma, e poi con il furto della panchina dove fu ucciso rivendicato dagli “Irriducibili” che dichiarano di averla messa a riparo da “infamia e cattiverie”. Secondo indiscrezioni, la famiglia starebbe pensando per l’anniversario dell’uccisione di Piscitelli al lancio di un'associazione che si occupi di promozione sociale. «La vendita delle magliette sarebbe un primo segnale in questo senso anche perché quando si saprà chi lo ha ammazzato rimarranno pochi dubbi su chi era e cosa faceva Piscitelli e le figlie e la moglie in qualche modo dovranno pure proteggere la figura del marito - spiega una fonte - che era sicuramente padre affettuoso, uomo premuroso e non gli ha mai fatto mancare niente». A che prezzo, le cronache e le inchieste lo hanno rivelato.

L'iniziativa della famiglia Piscitelli non è una novità per l'estrema destra che in tutte le sue sfumature ha sempre utilizzato il mutuo soccorso come una sorta di paravento per le sue attività di radicamento territoriale e per far affluire denaro nelle proprie casse con attività perfettamente lecite. Una modalità operativa che nel corso della storia ha creato una sorta di scudo morale per concerti di gruppi neonazisti, adunate identitarie e creazione di magliette e altra oggettistica.
Episodi similari sono avvenuti anche durante la fase del lockdown dove gruppi della Protezione Civile vicini a CasaPound, Forza Nuova, agli Ultras Lazio e ad altre tifoserie neofasciste, hanno recapitato pacchi alimentari a famiglie rigorosamente italiane. Il soccorso nero vanta una rete di numerose associazioni non riconosciute o “onlus” identitarie che in tutto il territorio nazionale alimentano una sorta di terzo settore nero, una pioggia di soldi non censiti per via della scarsa possibilità di controllo data dalle forme associative scelte e del carattere spesso unipersonale dei riceventi.