Mobilità
13 ottobre, 2025Almeno per ora, gli unici a resistere all’ondata che arriva dalla Cina sono i giapponesi. O meglio ancora, la Toyota
Almeno per ora, gli unici a resistere all’ondata che arriva dalla Cina sono i giapponesi. O meglio ancora, la Toyota. La casa leader mondiale delle vendite festeggia anche il primato assoluto del Rav4, giunto alla sesta generazione e appena rinnovato. Il Suv ibrido è infatti salito al vertice della top ten globale dei primi otto mesi dell’anno, compilata da Focus2move sulla base delle indicazioni di Global Data provenienti di 162 Paesi. Non solo la supremazia del marchio è confermata dalla presenza di ben 5 modelli in classifica.
La novità principale di questa classifica è comunque rappresentata dal cambio della guardia al vertice dove la Toyota Corolla - auto più venduta al mondo da lungo tempo - ha dovuto cedere il gradino più alto proprio alla Rav4. Il Suv giapponese ha registrato un leggero aumento delle vendite (+1,1%) a fronte di un mercato globale in contrazione, scalando così due posizioni rispetto alla precedente classifica.
L’ascesa del pick-up Ford
Al secondo posto, scende dunque la Corolla (-8,8%) e inaspettatamente sale al terzo posto il tradizionalissimo pick-up Ford Serie F con motore termici e anche di grossa cilindrata (+12,2%). Prosegue, invece, il momento negativo di Tesla con la Model Y che perde due posizioni e soprattutto crolla dell’11,3 per cento nelle vendite. Seguono al quinto posto la Honda CR-V (+1%) e poi la Chevrolet Silverado (+6%) e la Toyota Camry (+11,8%) che è salita di 2 posizioni della Top Ten per modelli.
L’escalation coreana
All'ottavo posto, cioè giù di una posizione, si è piazzato il Suv Hyundai Tucson (pur cresciuto del 3,2%). Ancora un modello Toyota, il pick-up Hilux, si piazza al nono posto (+0,8%) seguito da Kia Sportage (-0,6%) che va a chiudere l'elenco dei dieci modelli preferiti nel mondo.
Conclusione? Una forte conferma dei modelli tradizionali a benzina e diesel, Tesla e Byd (che non compare nelle prime dieci) che hanno smesso di correre pur restando intatto il loro enorme potenziale nella sfida elettrica e la scomparsa, almeno nella top ten, dei marchi europei. Non sarà mica colpa della transizione energetica?
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