Mobilità
21 ottobre, 2025Per il Suv Volkswagen non ci sarà un erede diretto ma più soluzioni di grandi dimensioni. Il posto della piccola Jeep Renegade “made in Melfi” lo prenderanno invece la Avenger e la nuova Compass
La Volkswagen dice addio alla Touareg e la Jeep alla Renegade. Cominciamo dal maxi-Suv della casa tedesca (lungo 4 metri e 88) che lascerà il mercato il prossimo anno con un’edizione celebrativa, una lussuosa “final edition” con prezzi a partire da 91.500 euro.
Sviluppata insieme alla Porsche Cayenne, la Touareg ha debuttato nel 2002 ed è stata venduta in oltre 1,2 milioni di esemplari. Tre generazioni di modelli, stile sobrio e accattivante ma sempre con una tecnologia d’avanguardia a bordo: la prima generazione disponeva, ad esempio, della stabilizzazione elettromeccanica del rollio e di sospensioni pneumatiche con sei livelli che le permettevano di affrontare guadi fino a 58 centimetri di profondità e pendenze fino a 45 gradi. La terza generazione aveva una capacità di traino di oltre 3 tonnellate e mezza ed è stata in grado di trainare addirittura un Boeing 747 per ben 150 metri.
Nessun erede per il Suv Volkswagen
Per il Suv Volkswagen non ci sarà un erede diretto ma più soluzioni di grandi dimensioni, un cambio di strategia per rivolgersi ad un pubblico sempre più vasto. Ha invece due eredi la Jeep Renegade, il modello simbolo dell’era Marchionne, la prima auto del marchio ad essere prodotta fuori dagli Usa. Il posto della piccola Jeep “made in Melfi” (Basilicata) lo prenderanno, infatti, la Avenger (prodotta per l’Europa in Polonia, nello stabilimento di Tychy) e la nuova Compass (made in Melfi), in arrivo in questi giorni sulle strade italiane.
La rinascita di Melfi con la prima Jeep prodotta fuori dagli Usa
Prodotta in due milioni di esemplari la Renegade saluta così l’Europa e soprattutto la fabbrica della Basilicata, seguendo la stessa sorte della “cugina” Fiat 500X, basata sulla stessa piattaforma e assemblata anch'essa nello stabilimento italiano. Per Melfi, dunque, si tratta sicuramente di un brutto colpo che proprio grazie a questi due modelli aveva ritrovato la piena produzione e una notevole importanza per l’intera zona. Una storia iniziata nel 2012 con un piano di investimenti per ammodernare l’impianto di circa un miliardo di euro. Solo due anni due dopo, al Salone di Ginevra, viene svelata la Renegade, un modello importantissimo per la gamma Jeep e per Melfi dove la produzione cresce rapidamente, così come l’organico, al punto che lo stabilimento italiano è in grado di rifornire ben 100 mercati.
Passato e futuro dello stabilimento
Basti pensare che nel 2015, la fabbrica lucana sfornava 390 mila veicoli, di cui quasi 190 mila del marchio americano. Oggi, si parla di cassa integrazione e uscite volontarie: nel primo semestre sono stati 57 i giorni di stop ai cancelli, pari a 187 turni persi e circa 3.000 lavoratori a casa ogni giorno. Ma c’è, per fortuna, un nuovo piano in arrivo. Ad annunciarlo sarà il nuovo ad di Stellantis, l’italiano Antonio Filosa. Vedremo…
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