Mobilità
13 novembre, 2025Articoli correlati
È una notizia che ne contiene un'altra più cruciale: il celebre marchio tedesco di auto sportive capitola di fronte alla crescita arrembante dei costruttori cinesi e del loro ecosistema automobilistico
Porsche ha inaugurato il 5 novembre scorso a Shanghai il suo primo centro di ricerca e sviluppo all’estero, dopo quasi cent’anni di storia (dal 1931), in ritardo rispetto a quanto fatto da tempo da altri produttori occidentali. È una notizia che contiene una notizia più cruciale: il celebre marchio tedesco di auto sportive capitola di fronte alla crescita arrembante dei costruttori cinesi e del loro ecosistema automobilistico. Ammettendo implicitamente che ha bisogno di loro se vuole continuare a competere sul primo mercato mondiale della mobilità.
La Cina è il primo mercato dal 2015
Al nuovo centro R&S da 10 mila metri quadrati di Shanghai, il quartier generale di Stoccarda delegherà una notevole autorità e integrerà le risorse locali negli appalti, ha affermato Li Nan, vicepresidente della divisione tecnologica di Porsche China. Riguardo alla collaborazione con le aziende tecnologiche cinesi, Li ha aggiunto che Porsche manterrà comunque un controllo indipendente sui sistemi chiave.
Il marchio tedesco ha in Cina il suo primo mercato estero dal 2015, ma negli ultimi due anni vendite e reputazione sono crollate, a causa anche di una serie di richiami per malfunzionamenti dell’ammiraglia elettrica Taycan. Gli affluenti consumatori cinesi non solo non l’hanno perdonata ai tedeschi, ma hanno progressivamente spostato le decisioni di acquisto su modelli di marchi locali, considerati tecnologicamente più avanzati e più vicini ai loro stili di vita.
Il crollo di reputazione e vendite
L’auto di lusso occidentale è ormai sempre meno status symbol, mentre l’offerta dei costruttori cinesi è cresciuta qualitativamente in tutti i i segmenti. Il risultato è la perdita di quote di mercato da parte di Porsche come di tutti i costruttori stranieri a favore di marchi locali, che in Cina hanno fatto margini a doppia cifra per decenni.
Nei primi nove mesi dell’anno, Porsche ha visto scendere le proprie vendite in Cina del 26%, con una perdita operativa a livello globale nel terzo trimestre di quasi un miliardo di euro. Il titolo in Borsa ha perso più di un terzo del valore nell’ultimo anno, affondato dal calo cinese, dai dazi trumpiani e dalla scarsa richiesta delle sue auto elettriche. Dall’1 gennaio Oliver Blume, ceo del gruppo Volkswagen cui il marchio appartiene, è stato costretto dagli azionisti a cedere il volante di Porsche che si era tenuto a interim a Michael Leiters, ex Ferrari ed ex McLaren.
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