Mobilità
30 dicembre, 2025Verde, rosso e arancione. Ecco i colori della luce del semaforo, quelli che abbiniamo al via libera all’incrocio, allo stop e all’attesa. Sono così da un secolo ma ora qualcosa sta o potrebbe cambiare
Verde, rosso e arancione. Ecco i colori della luce del semaforo, quelli che abbiniamo al via libera all’incrocio, allo stop e all’attesa. Sono così da un secolo ma ora qualcosa sta o potrebbe cambiare. Alcuni ricercatori della North Carolina State University hanno proposto, infatti, di aggiungere una quarta luce di colore bianco. Sarà necessaria, dicono, per affrontare e regolare la mobilità del futuro con le auto a guida autonoma. Questa luce bianca si accenderà solo in presenza di un’alta percentuale di veicoli autonomi connessi che così potranno coordinarsi tra loro e con l’infrastruttura per organizzare il passaggio.
Regola, però, che sarà utile anche per le vetture con guidatore: all’accensione del bianco, infatti, basterà seguire l’auto davanti, affidando la gestione del traffico ai veicoli autonomi. Nel caso, invece, che i veicoli senza pilota fossero pochi o comunque non in numero sufficiente da creare criticità di vario genere, il semaforo tornerebbe automaticamente al tradizionale schema rosso-giallo-verde.
I vantaggi del nuovo sistema
Questo sistema, secondo lo studio americano, permetterebbe di diminuire i tempi di attesa fino al 94%, migliorerebbe l’efficienza nei consumi di carburante e ridurrebbe in modo significativo le emissioni inquinanti. Naturalmente c’è anche l’altra faccia della medaglia, come ad esempio il rischio di blackout informatici o malfunzionamenti in generale. Dunque, sarà fondamentale adottare protocolli di comunicazione efficaci e sistemi di autenticazione dei messaggi molti sicuri. Fra poco inizieranno anche i primi test con i robotaxi per rendere il traffico più fluido e sicuro.
Il debutto del semaforo elettrico a Milano
Dunque, ancora una volta servirà l’apporto del semaforo, nato cent’anni fa, con lo stesso motivo ma in circostanze ben diverse. Era il 1925 quando a Milano comparve per la prima anche se, in realtà, il primo esempio di vero e proprio semaforo aveva debuttato a Londra nel 1868, ben 57 anni prima. Era alimentato da una lampada a gas di colore rosso e verde, che si rivelò subito pericoloso a causa della presenza stessa del gas. Esperienza da dimenticare. E infatti più o meno così avvenne, dato che per vedere il primo semaforo elettrico dovranno passare un altro bel po’ di anni. Arriviamo infatti al 1914, siamo in America e a battezzarlo è la città di Cleveland, Ohio. Aveva sempre i colori rosso e verde ma funzionava a mano. A New York, invece, quattro anni più tardi, compaiono finalmente i primi semafori a tre luci (si aggiunge la gialla) che vengono però brevettati solo nel 1923 da G. A. Morgan.
Il prototipo del 1925 e la confusione all’incrocio
Il semaforo automatico, lo stesso da cui derivano gli attuali, arriva a Milano nel 1925. Nel capoluogo lombardo viene installato all’incrocio tra le vie Orefici, Torino e Mazzini che, però, fin da subito crea parecchi problemi al traffico, invece che risolverli. In effetti, quel semaforo milanese non era proprio semplice da decifrare: era infatti regolato direttamente dai vigili urbani e composto da cinque colonne luminose (come le cinque strade che si incrociavano), ognuna con il compito di gestire il traffico proveniente da una determinata direzione. E già soltanto per questo è facile immaginare la confusione e forse gli improperi. Ma il prototipo aveva anche altre complicazioni perché c’erano addirittura 4 colori che, combinati tra loro, davano le indicazioni a veicoli, carrozze, cavalli, ciclisti ecc… Ad esempio, rosso e bianco significava via ai pedoni e stop ai veicoli; giallo e verde, via a tutti i veicoli senza distinzione, e così via.
Il via libera ai tre colori nel 1960
Solo nel 1960, con il nuovo codice della strada, i tre colori assunsero la sequenza e la funzione attuale ma sempre con tanti dubbi: con il giallo si può veramente passare? E perché il rosso è così lungo? Ovviamente ognuna con una sua risposta tecnica, contenuta nel codice della strada. Ma quanta confusione ancora. E così, non ci resta che sperare ancora una volta nella tecnologia per risolvere questi e altri problemi. Anzi, magari sarà proprio l’accensione della luce bianca del semaforo a farci sentire più sicuri. Chissà…
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