Mobilità
19 settembre, 2025Sono i due marchi con cui il gruppo cinese Chery è sbarcato in Europa l’anno scorso, cominciando in 10 paesi fra cui l’Italia, cui ha appena aggiunto la Germania.
Omoda e Jaecoo sono i due marchi con cui il gruppo cinese Chery è sbarcato in Europa l’anno scorso, cominciando in 10 paesi fra cui l’Italia, cui ha appena aggiunto la Germania. E dopo aver stabilito una testa di ponte produttiva in Spagna attraverso una joint venture con EV Motors, rilevando una fabbrica dismessa da Nissan. Cosa che gli permetterà, per altro, di evitare i nuovi dazi di Bruxelles sulle elettriche lì costruite,invece che made in China.
Nei primi sette mesi del 2025, Omoda e Jaecoo hanno venduto in Italia oltre 7mila vetture (dati Unrae), lasciandosi alle spalle marchi consolidati come Honda, Lancia, Mazda e Seat, e rivendicando una quota delll’1,62% nel settore privati, notoriamente il più redditizio. Una scalata proporzionale a quella mondiale con 1.484.563 veicoli venduti, di cui 669.360 destinati all’esportazione.
Il record di Chery, primo costruttore nell’export
Il vero numero da guardare, perché è con questo che Chery è diventato il primo costruttore cinese nell’export, segnale che molte cose funzionano nei loro prodotti, dai prezzi al design, dalle prestazioni all’assistenza post vendita. L’export è l’arma segreta per salvare un po’ i conti che in Cina oggi non tornano per nessun costruttore, tutti impegnati in una sanguinosa guerra dei prezzi e con problemi di sovrapproduzione.
Con Omoda e Jaecoo, il costruttore cinese ha esportato quel che piace in Europa: Suv di segmento medio-alto, riccamente dotati fin dal modello d’ingresso, alimentati da sistemi ibridi, oltre che con unità soltanto elettriche o a benzina. A questi marchi si deve il copyright del Super Hybrid per l’ibrido ricaricabile. Il sistema, che ha esordito sulla Jaecoo 7, punta sulla massima efficienza: la funzione principale del motore endotermico non è la trazione, cui pensano prevalentemente due motori elettrici, ma è ricaricare la batteria di maggiore capacità rispetto a un normale sistema plug-in, promettendo autonomie complessive largamente oltre i 1.000 chilometri.
Oltre 1.000 chilometri di autonomia della Jaecoo 7
Il Super Hybrid è diventato adesso un “brand della mobilità”, come hanno detto a Milano i vertici della filiale italiana, che specifica nome e natura dei vari modelli dei due marchi. SHS acronimo di Super HybridSystem, SHS-P per plug-in, SHS-H per il full hybrid.Omoda 5, Suv compatto con i suoi 4,40 metri già venduto a benzina ed elettrico, viene lanciato in versione anche SHS-H, cioè con l’ibrido full. Dispone di un quattro cilindri 1.5 turbo benzina e due motori elettrici per una potenza di sistema di ben 224 cavalli, batteria da 1,8 kWh che si ricarica da sola. Prezzi da 28.500 a 31.500 euro, con bonus rottamazione a partire da 5.600 sul modello d’ingresso (politica diffusa in questo momento fra diversi costruttori, in attesa che prendano il via i nuovi incentivi pubblici all’elettrico).
I numeri della full hybrid Omoda 5
Omoda 5 è il primo full hybrid del gruppo, entro la fine dell’anno sarà in vendita anche Jaecoo 5 full hybrid(4,38 di lunghezza), affiancando le versioni benzina ed elettriche. Nel 2026 sarà poi l’ora di Omoda 3, crossover di segmento B, il più ambito in Italia. Il sistema full hybrid, inventato da Toyota e che permette ormai diviaggiare in modalità elettrica per la maggior parte del tempo in città, darà una spinta notevole ai due marchi cinesi, essendo l’uovo di colombo. Fa risparmiare, senza il problema di dover ricaricare la batteria a una colonnina. Tant’è che anche gruppi come Volkswagen e Stellantis, che avevano puntato sul mild hybrid molto meno efficiente (e meno costoso), hanno deciso di introdurre il full hybrid sui loro prossimi modelli.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Heil Putin - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 19 settembre, è disponibile in edicola e in app