Insoddisfazione sessuale femminile, infedeltà virtuale delle mogli, perversione ed esibizionismo via Internet. Dubai, paese arabo fra i più ricchi e avanzati ma pur sempre musulmano, è rimasto sotto choc per uno studio realizzato da un istituto privato degli Emirati (il Counselling & Development Clinic) e pubblicato sul quotidiano "Gulf News". «A usare chat a luci rosse e a fare sesso on line nel nostro Paese sono per il 40 per cento donne sposate», rivela tra l'altro il rapporto. Come dire: in strada vanno spesso con il velo, ma nel chiuso delle mura domestiche e protette dall'anonimato, le donne di Dubai hanno una vita sessuale del tutto inaspettata, almeno dalle autorità. Quanto basta a lanciare l'allarme del "Gulf News" secondo il quale Internet «tenderebbe a distruggere il tessuto sociale e familiare".
Così ora l'emancipazione garantita dal web rischia di tramutarsi in un boomerang perché in base alle leggi degli Emirati, come la Cyber- Crime Law numero due del 2006, chi usa la Rete per commettere adulterio (quindi anche chattare, flirtare, fissare un appuntamento), prostituirsi o incitare a commettere atti osceni rischia fino a dieci anni di galera e sanzioni pecuniarie fino a 14mila dollari. Adesso il governo degli Emirati ha persino istituito una commissione per assicurare che i collegamenti internet non scavalchino il filtro telematico imposto alle telecomunicazioni (cosa che avviene regolarmente, perchè le giovani del Paese sanno muoversi benissimo nel Web). A maggio dello stesso anno la polizia di Dubai aveva rintracciato delle escort che si servivano del Voip. Sono molti i casi di dipendenza che la clinica di Dubai assiste ogni settimana. C'è la donna di 32 anni, che si espone nuda per ore collegata in webcam con diversi uomini; la casalinga di 40 anni madre di tre figli che fa sesso in chat con un uomo che risiede in Inghilterra; la moglie che dopo vent'anni di matrimonio scopre che il marito che ha rapporti virtuali con altri uomini. Ovviamente i pazienti del centro sono anche uomini (come il trentenne che non ha mai consumato il matrimonio ma fa l'esibizionista in Rete) e adolescenti, che denunciano il pericoloso stalking di un pedofilo. Per il dottor R McCarthy, lo psichiatra della clinica che ha condotto la ricerca, la sexydipendenza da Internet nel Paese è «un problema di mancanza di autostima».
A Dubai la grande maggioranza della popolazione è islamica sunnita, ma la forte immigrazione (soprattutto dall'India) ha reso il Paese sempre meno monoreligioso e non mancano i templi induisti e sikh. Con lo sviluppo economico ed edilizio, il Paese si è aperto molto anche alla Rete ed è considerato tra i più sviluppati del mondo per qualità e quantità delle connessioni. La Dubai Internet City, una vera e propria città del Web, è stata inaugurata addirittura nel 2001, ma è tutta la capitale degli Emirati a essere ipertecnologica. Anche se le autorità vogliono stringere la cinghia della censura, dunque, l'impresa non sarà facile: le "desperate housewives" degli Emirati difficilmente si priveranno della libertà sessuale a cui si sono abituate on line