Il quattro giugno 2013, Snowden incontra tre giornalisti di cui ha deciso di fidarsi. A loro consegna decine di migliaia di documenti top secret che provano l'esistenza e la choccante ubiquità dei programmi di sorveglianza di massa della Nsa

Quando il 20 maggio 2013 Edward Snowden arriva all'hotel Mira di Hong Kong, dopo un volo dalle isole Hawaii, sa che la sua vita cambierà per sempre. Tutto quello che può vedere davanti a sé è il salto nel buio che, non ancora trentenne, sta per compiere. Poi, il nulla: finirà ammazzato, sparirà in qualche “black site” della Cia o chiuderà i suoi giorni in quella forma di inferno legalizzato che sono le prigioni di massima sicurezza?

Il talento giusto al momento giusto. Nato il 21 giugno 1983 in North Carolina da una famiglia della middle-class con una lunga tradizione nel servire il governo americano, timido e low profile, razionale e metodico, superintelligente - di quell'intelligenza particolare che, difficilmente, si adatta a un percorso scolastico tradizionale - Edward Snowden finisce prestissimo a servire il suo Paese. A ventuno anni si arruola nell'esercito americano perché vuole combattere in Iraq. Non ha mai finito le scuole superiori e a diciotto anni aveva già un lavoro tecnico qualificato, grazie al suo talento per i computer. Alla guerra contro Saddam Hussein ci crede. Vede l'invasione dell'Iraq come un contributo dell'America alla liberazione del popolo iracheno dall'oppressione di un dittatore sanguinario. Ma la disillusione arriva presto e presto arriva anche un incidente che cambia i suoi piani: nel corso dell'addestramento si rompe tutte e due le gambe. Lascia l'esercito e tre anni dopo, nel 2004, è già a lavorare per la Cia come esperto tecnico.

[[ge:espresso:visioni:tecnologia:1.202471:article:https://espresso.repubblica.it/visioni/tecnologia/2015/03/05/news/snowden-s-great-escape-il-film-in-streaming-e-il-dibattito-in-diretta-1.202471]]Ha il talento giusto al momento giusto. Dopo l'11 settembre, la comunità d'intelligence americana è affamata di gente come Snowden. L'attacco alle Torri gemelle ha messo a nudo la devastante inadeguatezza nella raccolta di informazioni: i terroristi avevano potuto passare tranquillamente gli ultimi giorni prima dell'attentato a due passi dalla National Security Agency (Nsa) - la più potente agenzia d'intelligence del mondo - e intercettazioni cruciali per la prevenzione dell'attacco erano completamente cadute nel vuoto. Dopo un fallimento così totale, la comunità di intelligence deve per forza dare una svolta, imbarcare più talenti possibili e sfruttare l'occasione unica della rivoluzione digitale, per raccogliere informazioni sul mondo intero.

Gli angoli più oscuri. Da tecnico, Edward Snowden passa ripetutamente dal lavoro per le reti informatiche della Cia a quello per la Nsa, fino a diventare un operativo di alto livello negli attacchi condotti nel cyberspazio per rubare informazioni al nemico o colpire le sue infrastrutture. A ventotto anni, è in uno stato di grazia: uno stipendio da contractor intorno ai 200mila dollari e una professionalità solida, tanto da essere selezionato dalla “Defense Intelligence Agency” per insegnare tecniche di controspionaggio cibernetico nell'ambito di un corso sullo spionaggio cinese.

Ma è proprio penetrando negli «angoli più oscuri del governo» americano, come lui stesso li ha definiti, che Snowden scopre e capisce la portata delle attività della National Security Agency, un'agenzia grande tre volte la Cia, in grado di intercettare l'intero globo, catturare ogni conversazione, anche le più intime, ogni email, ogni sms, chat, post sui social, video, transazioni economiche, informazioni sanitarie. Un leviatano che non lascia scampo a nessuno e dalle capacità tecnologiche che anche agenzie come la Stasi - passata alla Storia come sinonimo di controllo totale - potevano solo sognare.

Snowden arriva a vedere l'Agenzia non solo come una pericolosissima minaccia per la democrazia, ma anche come un gigante che, concentrandosi sulla sorveglianza di intere popolazioni, fallisce nel sorvegliare proprio quei terroristi che dovrebbe tenere sotto controllo, come ha spiegato lui stesso recentemente: «Ero alla Nsa il giorno dell'attentato alla maratona di Boston e camminavo verso la caffetteria con un collega, era di mattina presto e le news sull'attentato cominciavano ad arrivare. Il mio collega ed io ne parlavamo e io gli dissi: 'sono pronto a scommettere tutto che noi sapevamo quello che stava accadendo, sapevamo chi erano questi soggetti [gli attentatori] e avevamo informazioni su di loro'. Successivamente, scoprimmo che era proprio così: il problema della sorveglianza di massa è che seppellisce le persone [di interesse per l'intelligence, ndr] sotto troppi dati».

Il dado è tratto. Nel 2012, a ventinove anni, dopo avere atteso invano un cambio di marcia da parte del presidente Barack Obama in tema di attività segrete della Nsa, Edward Snowden imbocca la strada senza ritorno. Comincia a raccogliere i documenti top secret che provano l'esistenza e la pervasività dei programmi di sorveglianza di massa dell'Agenzia. Dopo alcuni mesi di lavoro, si rende conto che per accedere ad alcuni file che completano il quadro, deve riuscire a farsi arruolare da uno dei più grandi contractor del governo americano: la “Booz Allen Hamilton”. Accetta una riduzione di stipendio pur di arrivare a Booz, vola alle Hawaii per lavorarci e riesce ad accedere ai file che gli mancavano. Il 20 maggio 2013, dopo aver chiesto alla sua azienda due settimane di permesso per curarsi, Edward Snowden vola a Hong Kong.

Il quattro giugno 2013, il dado è tratto. Nella sua stanza tecno-chic del Mira hotel, Snowden incontra i due giornalisti indipendenti americani di cui ha deciso di fidarsi: Glenn Greenwald e Laura Poitras, e il giornalista del quotidiano londinese “Guardian”, Ewen MacAskill. A loro consegna decine di migliaia di documenti top secret che provano l'esistenza e la choccante ubiquità dei programmi di sorveglianza di massa della Nsa. Il giorno dopo, il Guardian pubblica il primo articolo, ripreso dai giornali di tutto il mondo. E' la prima volta nella Storia che la Nsa - ribattezzata “No Such Agency” per la sua cultura di assoluta segretezza che, per anni, ha portato il governo americano perfino a negarne l'esistenza (no such agency, appunto) - vede uscire decine di migliaia di documenti dai suoi meandri impenetrabili.

Esclusivo
La vera storia della fuga di Edward Snowden
10/1/2015
Per quattro giorni, Edward Snowden rimane nell'ombra, ma la sera del 9 giugno si rivela al mondo come la fonte dello scandalo Nsa in un video di dodici minuti filmato da Laura Poitras e pubblicato dal Guardian. Governi e intelligence di tutto il globo assistono tra choc, incredulità e furia, al dibattito mondiale innescato dai file. La mattina dopo, il giovane contractor lascia di nascosto il Mira hotel, mentre l'intelligence americana e tutte le redazioni del mondo gli danno la caccia. E' quel giorno che inizia la grande fuga di Snowden. Quello stesso giorno entra in ballo l'organizzazione che riuscirà a farlo fuggire eludendo i controlli dei servizi segreti americani: WikiLeaks.