Il premier ad Atene invita i greci a sabotare le richieste dei creditori, ma la paura si diffonde tra i cittadini che temono di perdere i propri risparmi e potrebbero abbandonarlo. Con Syriza anche la destra di Alba Dorata

“Chiedo a voi di decidere – in nome della sovranità e della dignità che la storia greca richiede – se noi greci dobbiamo accettare un ultimatum dai fini estorsivi che impone una severa e umiliante austerità senza fine e senza la prospettiva di poter reggerci di nuovo sulle nostre gambe economicamente e socialmente. Il popolo deve decidere liberamente se accettare o no il ricatto”.

Con queste parole Alexis Tsipras ha comunicato ai greci che i negoziati con l'Eurogruppo sono “falliti unilateralmente”, annunciando un referendum per il cinque di luglio, in cui sarà il popolo a dovere decidere sul futuro del proprio paese. La Grecia deve pagare 1.6 bilioni di euro al Fondo Monetario Internazionale  e i cittadini devono stabilire se accettare o meno le modalità di pagamento richieste dai creditori. In caso di insolvenza la Troika ha già annunciato che lascerà Atene al suo destino, che porterebbe con tutta probabilità al collasso economico e all'uscita dall'euro (Bbc).

Intanto il governo greco ha deciso la chiusura delle banche e della Borsa fino a dopo il referendum. I prelievi ai bancomat stanno venendo limitati per evitare fughe di capitali alla luce del timore di perdere i propri risparmi in caso di un'ipotetica uscita dell'euro (Bloomberg).

Non appena è terminato il discorso di Tsipras, infatti, si è generata una istantanea corsa all’accaparramento di contanti. I bancomat sono stati presi d’assalto, in un solo giorno i greci hanno ritirato ben 1,3 miliardi di euro. Normalmente, in un intero fine settimana, ne vengono prelevati 30 milioni. Tutti questi soldi, che vengono erogati alla Grecia grazie ad un meccanismo di liquidità di emergenza della Bce, di nome “Ela” , verranno tagliati improvvisamente se la Grecia non risarcirà il Fondo Monetario Internazionale. Era molto fondato il rischio di un assalto agli sportelli nei giorni prima del referendum avrebbe fatto fallire gli istituti di credito ellenici (Sole).

Il referendum è stato approvato dal parlamento greco creando insolite alleanze (New York Times). A votare a favore della mozione presentata dal premier sono stati tutti i partiti euroscettici e anti-troika: 179 sono i voti di Syriza, dei suoi alleati al governo dell’Anel e della destra di Alba Dorata; 120 i voti contrari, provenienti sia dal Centro Sinistra del Pasok che dal Centrodestra di Nea Demokratia. Dura è stata la reazione del leader dell'opposizione Antonis Samaras, che ha accusato la maggioranza di stare “sciogliendo il paese” (Guardian). Tsipras gli ha risposto arringando il popolo greco a votare no al referendum. “Combattiamo contro pratiche di cui l’Europa dovrebbe vergognarsi. Non chiederemo il permesso a Schaeuble o a Dijsselbloem per fare il referendum, perché proprio questa è la patria della democrazia”.

La questione non è più solo tecnico-finanziaria, ma soprattutto politica. Le parole di Tsipras toccano il cuore del problema, che è la diversa concezione di democrazia tra il premier e i suoi avversari. Parlando della Grecia come culla della democrazia Tsipras sottolinea elementi quali la sovranità, la libertà economica e la sicurezza sociale. Dall'altra parte invece, la democrazia viene considerata come direttamente proporzionale al salvataggio dell'economia dei singoli Stati, per promuovere un disegno politico che punti a fare cedere fette di sovranità nazionali a favore delle istituzioni comunitarie. Il referendum greco è dunque stato additato come dannoso e pericoloso per la democrazia (Economist).

La Banca Centrale europea, ha specificato che non fermerà il processo del referendum, ma ha invitato i greci a votare contro il volere del premier, perché sostenendolo metterebbero sotto scacco tutta l'area euro e di conseguenza anche il potere comunitario. Tutto ciò avrebbe come conseguenza una bufera finanziaria che si abbatterebbe sui greci e ammonirebbe gli altri popoli a non seguirne l'esempio. Un altro elemento sul quale l'Europa sta facendo leva per invitare i greci a non seguire Tsipras è l'appoggio che il premier sta ricevendo dalla destra anti-euro di Alba Dorata, che ha annunciato di sostenere la maggioranza nella sua lotta alle richieste di Bruxelles.

Per questi motivi sembra che i cittadini non stiano seguendo il suggerimento del loro premier: un primissimo sondaggio di “K- Research” rivelerebbe infatti che i sì sarebbero al 47%, i no al 33% e gli indecisi al 20%. Queste previsioni denotano la grandissima paura che sta investendo il popolo indeciso se accettare le condizioni dei creditori europei o se seguire il premier nelle battaglie che gli avevano chiesto di intraprendere quando lo avevano votato a larga maggioranza.