La guerra civile tra siriani e jihadisti sta avvicindando le truppe dell'Is al confine turco. Per questo Ankara sta dispiegando le proprie truppe sul confine

La strage islamista di Suruc, la prima in territorio turco per mano dell'Is, sta avendo forti implicazioni politiche e militari in Turchia, che potrebbero innescare dei profondi cambiamenti negli assetti geopolitici regionali.  

In risposta all'attentato, l'esercito turco ha iniziato a bombardare le postazioni dell'Is in Siria, concedendo per la prima volta agli Stati Uniti l’uso della base aerea Nato di Incirlik. Ankara é preoccupata sia dalla prepotente espansione dello Stato islamico, che dal rafforzarsi delle formazioni politico militari curde (Limes).

L'Is, infatti, non arresta la sua avanzata e potrebbe presto premere ai confini con la Turchia. Lo Stato della Siria, che fino ad oggi é stato la maggiore forza di contrasto allo Stato islamico, sta subendo diverse sconfitte militari. Il presidente siriano Bashar al-Assad ha ammesso che le forze armate del suo regime sono a corto di uomini e che per questo hanno dovuto lasciare molti territori in mano ai jihadisti che si trovano oggi a pochi chilometri dal confine turco (Guardian).

L'altra forza che sta combattendo l'Is con insistenza sono le milizie curde, i cui successi politici e militari stanno permettendo loro di controllare vasti territori sul confine turco-siriano. Forti delle loro vittorie hanno aumentato la propria forza negoziale nella rivendicazione un proprio Stato nazionale ai danni della Turchia. Alle ultime elezioni parlamentari turche le formazioni politiche curde che hanno ottenuto il 13% dei consensi e una nutrita rappresentanza parlamentare.

Ankara teme la nascita di uno Stato curdo nel Nord della Siria. Tale evento finirebbe per conferire il crisma della statualità all’organizzazione terroristica del Pkk, che lo Stato turco combatte da un trentennio. Per questo i bombardamenti tuchi sono andati anche a colpire delle postazioni dei miliziani turchi (Bbc). 

L'invasione della Siria permetterebbe alla Turchia di indebolire sia i curdi che l'Is. Il Consiglio di Sicurezza nazionale ha confermato in un comunicato che l'opzione di occupare militarmente i territori siriani è sul tavolo. A conferma di ciò, nelle ultime settimane si è assistito a un significativo dispiegamento di soldati e mezzi blindati al confine turco-siriano. L’operazione militare coinvolgerebbe 18 mila soldati e sarebbe volta alla creazione di una “zona cuscinetto” che si estenderebbe nella porzione di territorio siriano compresa tra i cantoni del Rojava di Kobane e Afrin.

Erdogan deve però fare i conti con l'alta tensione interna al suo Paese. Un'autobomba ha ucciso due militari nella città di Lice, nell'Est del Paese. Secondo le autorità turche si tratta di una rappresaglia dei militanti curdi per i bombardamenti contro le postazioni del Pkk (Guardian). A Istanbul la polizia si è scontrata con gruppi di estrema sinistra, colpiti dall'ondata di arresti "anti terrorismo" voluta da Erdogan, e un agente ha perso la vita.

Domani si terrà un vertice straordinario della Nato richiesto da Ankara. Turchia e Stati Uniti avrebbero un accordo di massima per creare una zona franca, libera dall'Isis, lungo il confine siriano a Nord di Aleppo (Washington Post).