Germania

Via i bambini dalle aule e scuole naturiste per “salvarli dai vaccini”: l’ultima follia no vax

di Erika Antonelli   8 dicembre 2021

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I genitori tedeschi contrari al farmaco contro il Covid-19 si organizzano online e nei gruppi Telegram. «Costruiremo le nostre comunità»

La pandemia ha diviso la Germania in due. Da una parte il nuovo cancelliere, Olaf Scholz, pronto a rispondere all’aumento di casi della quarta ondata con l’ipotesi di imporre l’obbligo vaccinale da metà marzo. Dall’altra i “Querdenker”, letteralmente chi pensa in modo anticonvenzionale e stravagante. Ma anche termine ombrello per indicare no-vax e più in generale scettici del virus. Che cercano in tutti i modi di sottrarsi alle misure di contenimento. Per esempio ritirando i propri figli dalle scuole pubbliche e optando per l’educazione parentale (in questo caso a impartire le lezioni sono i genitori stessi o educatori privati) o per la didattica a distanza. Nonostante in Germania molte scuole continuino le loro attività in presenza.

I genitori si scambiano informazioni nelle comunità nate su Telegram, più protette rispetto ad altri social network. Ed è qui che scrivono di voler aprire “scuole complementari” (nel complesso sistema scolastico tedesco sono istituti privati in cui vengono offerti corsi non previsti da quelli statali) per «salvare subito i bimbi» e sottrarli all’influenza dello stato.

Un progetto radicale e innaffiato di tensioni naturiste: «Vogliamo creare strutture in cui i nostri bambini imparino dalla natura, avviando l’iniziativa con persone che la pensino allo stesso modo e vogliano promuovere le capacità dei loro piccoli». E allora, tra le foto di verdure coltivate dai membri della chat o immagini che li ritraggono intenti a riprodurre posizioni di yoga, è anche possibile trovare consigli su come ottenere certificati che sollevino i figli dall’obbligo di indossare mascherine e altri materiali espliciti contro il vaccino.

Come una grafica assai eloquente di una madre e il suo bimbo, lui con la schiena protetta da uno scudo, intenti a schivare una pioggia di frecce infuocate e aghi di siringhe che minacciano di colpirli. Il commento recita: «Molti di noi si sentono proprio così». Ci sono anche messaggi dai toni apocalittici, firmati da Holger Fischer, un avvocato in prima linea alle manifestazioni no-vax e contrario alle misure di contenimento: «Stiamo andando verso l’ignoto. Ma noi, almeno molti di noi, sanno con certezza cosa vuole fare lo stato. Oggi, come nei mesi e negli anni a venire. Dopo questo inverno niente sarà più come prima. O per noi o per gli altri. Più probabilmente per tutti. Per questo costruiamo nuove comunità».

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Il gruppo conta oltre mille membri e dalle informazioni presenti dovrebbe mirare a fondare una scuola in Assia. Sempre su Telegram ne esiste anche un altro, quasi tremila iscritti, che pubblicizza invece lezioni online. Disponibili per studenti in Austria e in Germania. Tra i motivi per cui scegliere questo tipo di insegnamento, si legge, c’è il vantaggio di seguire le lezioni in classi virtuali composte da massimo sette partecipanti, così da favorire l’apprendimento e il rapporto con l’insegnante. All’apparenza nulla di strano. La didattica a distanza, specificano sul sito, è disponibile anche per chi è a casa in quarantena. Ma poi aggiungono di aver creato il servizio pensando anche a chi «non vuole soddisfare gli obblighi relativi a mascherine e test». E per quei genitori che avendo scelto di tenere i loro figli a casa «per sensibilità e opinioni personali sono a volte estremamente sotto pressione e minacciati dalla polizia».

In Germania parte della confusione su educazione parentale e didattica a distanza nasce dal fatto che ogni Land può adottare le proprie misure in merito alla frequenza scolastica. «Per questo è difficile distinguere i genitori che tengono a casa i loro bambini per motivi di salute da quelli che invece lo fanno per scelta ideologica, essendo no-vax o contrari alle restrizioni imposte per il virus. Ed è tanto più difficile identificare la natura del fenomeno nei Länder dove i contagi sono più alti», spiega il presidente dell’Associazione tedesca degli insegnanti Heinz Peter Meidinger.

Anche se l’orientamento generale, chiarisce la futura ministra dell’Istruzione Bettina Stark Watzinger, è quello di evitare le chiusure. «Deve essere l’ultima alternativa e bisogna fare di tutto per non praticarla», ha detto durante una trasmissione televisiva. Ma nel frattempo scettici e negazionisti sono già corsi ai ripari.