Il leader dell'opposizione ora non è più solo: in Russia milioni di persone conoscono la sua storia. «E presto  scopriranno molto di più. Ed è questo che fa impazzire il piccolo ladro nascosto nel suo bunker». Mentre le prigioni sono strapiene di manifestanti

Navalny al processo: «Putin passerà alla storia come Vladimir l'avvelenatore delle mutande»

In Russia, per legge, un numero ristretto di liberi cittadini, ha potuto assistere, il 2 febbraio 2021, al processo in cui Navalny (leader dell’opposizione in Russia) è stato condannato a 2 anni ed 8 mesi di prigione. Davanti alla cattedra del tribunale si sono presentati 20 ambasciatori stranieri.
Il Ministero Russo degli Affari Esteri ha considerato la presenza dei 20 ambasciatori come un’ingerenza negli Affari Russi. Ed ha perciò detto che la loro presenza era in realtà una manifestazione.
"La sentenza che oggi ordina la reclusione di Alexei Navalny […] sfida ogni credibilità e viola gli obblighi internazionali in materia di diritti umani in Russia", così ha affermato il Commissario della Corte europea dei diritti dell'uomo. Navalny è stato condannato per un vecchio caso penale che la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva chiuso per mancanza di corpus delicti.
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Nel suo discorso in tribunale, Navalny salutando tutti coloro che lottano e non hanno paura, ha detto: «Ho inflitto un'offesa mortale [a Putin, ndr] per il fatto di essere sopravvissuto. […] Poi l'ho offeso ancora di più – per il fatto che, essendo sopravvissuto, non mi sono nascosto, vivendo da qualche parte sotto scorta nel bunker più piccolo che potevo permettermi. E poi è successo qualcosa di terribile. Non solo sono sopravvissuto, non solo non mi sono spaventato o nascosto – ma ho anche partecipato alle indagini sul mio avvelenamento. E abbiamo dimostrato così che è stato Putin, usando l'FSB (Servizi Segreti Russi, ndr), a tentare questo omicidio».

Russia
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Navalny ora non è più solo. Adesso in Russia milioni di persone conoscono la sua storia. «E presto – ha continuato Navalny- scopriranno molto di più. Ed è questo che fa impazzire il piccolo ladro (Putin, ndr) nascosto nel suo bunker. E precisamente il fatto che tutto questo è stato rivelato, capisci?» dice Navalny inchiodando con lo sguardo i suoi giudici. «È così che [Putin, ndr] passerà alla storia, come Vladimir l'avvelenatore delle mutande».

«La cosa principale in questo processo non è nemmeno come finirà per me. […] In generale, non è difficile mettermi in prigione, per questa o per un'altra scusa. Ma lo scopo principale è intimidire un numero enorme di persone. Funziona così: viene imprigionato un singolo uomo per spaventare milioni di persone».

Il presidente russo Vladimir Putin, durante il processo di Navalny, era in collegamento video con i vincitori del concorso "Insegnante dell'anno Russia-2020", la cui finale si è svolta martedì. Peskov, il suo press secretary, ha detto che “Putin non sta seguendo affatto il processo di Navalny”.

Questo far finta di niente, fingere di ignorare totalmente l’avversario, al punto da non chiamarlo mai per nome, è ovviamente un bluff. I colleghi di Navalny hanno indetto una "protesta immediata a Mosca" dopo la decisione della corte.
Sembra che le forze dell’ordine fossero informate in anticipo sulla decisione del tribunale. Per le strade del centro di Mosca, infatti, c’erano più forze dell’ordine, che passanti. Nel gelido buio invernale, se appena due persone si fermano a guardare cosa sta succedendo e si chiedono come mai ci siano tutti questi militari in giro; i poliziotti subito gridano con voce dura: «questa manifestazione non è autorizzata!».
Per la prima volta la metropolitana moscovita è stata bloccata. La fermate del centro son state chiuse.
Gli agenti della polizia hanno perquisito gli appartamenti seguendo delle liste precise.

Su queste liste non c’erano sono solo attivisti e persone del mondo della cultura, che hanno parlato per Navalny, ma anche, e per la prima volta, i giornalisti indipendenti che hanno seguito e raccontato le manifestazioni.
Nel frattempo, da più di 48 ore, stanno ancora girando, per le gelide strade russe, gli autobus-cellulari della polizia, stracarichi di cittadini trattenuti alle scorse manifestazioni. Su questi mezzi è impossibile dormire e mangiare e non ci sono servizi igienici. Queste persone non hanno trovato riparo in prigione, perché non ci sono più posti liberi. Le prigioni sono strapiene di manifestanti.














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