Il ruolo degli evangelici nella politica USA è cresciuto dagli anni ‘80 a oggi, influenzando presidenti come Ronald Reagan e Donald Trump. Con figure carismatiche come Billy Graham e Lance Wallnau, il movimento religioso mira a trasformare la società americana secondo i principi biblici, coinvolgendo milioni di elettori e ponendo Trump come leader di una “guerra spirituale”

Il momento della verità cadde in estate. Era il 22 agosto del 1980 quando quindicimila ferventi evangelici si radunarono dentro a un palazzo dello sport di Dallas per depositare la prima pietra di quella che sarebbe diventata la cattedrale spirituale della futura America. Denominarono quell’assemblea National Affairs Briefing, una specie di riunione sullo stato delle cose in un paese alle prese con gravi problemi morali. A lanciare l’idea di quel raduno – ovviamente – era stato il Signore in persona che lo aveva comunicato direttamente a Billy Graham e Billy Bright, due prominenti pastori evangelici, star dei network della fede.

Billy Graham declamò il suo grido d’allarme: “Al nostro paese sono rimasti appena mille giorni di libertà”. Perché proprio mille giorni resta e una questione privata tra il reverendo Billy e dio.

Un'altra star dei sermoni via cavo, James Robison, già a quel tempo un acceso sostenitore della pena capitale per il peccato di omosessualità, si concentrò invece sulla missione di quella neonata congrega: refocusing the direction of America, cambiare la direzione di marcia degli Stati Uniti. Quando Ronald Reagan apparve a sorpresa sul palco, fu accolto da un’ovazione. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca aveva fiutato il vento del cambiamento. Divenne Presidente anche grazie al voto massiccio del blocco evangelico. Ma era solo l’inizio di un movimento che oggi riveste un ruolo fondamentale del processo politico americano. E proprio quel James Robison, adesso 81enne, fa parte dei consiglieri più stretti di Donald Trump.

Che i milioni di americani profondamente ancorati alla fede avesse l’urgenza di una rappresentazione politica, lo si era capito negli anni ’70 – dopo il decreto Wade&Roe che in pratica liberalizzava l’aborto - con la nascita di movimenti tipo Moral Majority il cui leader, Jerry Falwell, girava il paese brandendo lo slogan “I love America”. Seminava il fertilizzante per la coltivazione del fanatismo del futuro: aborto, omosessualità, razza, scuole da convertire ai dettami della bibbia. Amen.

Col passare degli anni evangelici e cattolici hanno messo da parte le differenze per riunire le forze contro il nemico democratico, depravato e senza dio. Rappresentano una falange di elettori granitico e intransigente. Non con Trump, che da solo incarna una lista di peccati che secondo i dogmi lo spedirebbero al rogo. Ma loro preparano le loro battaglie al riparo dai bastioni dellaretorica che cola dalle denominazioni che si scelgono: Christian Reconstructionism, o ristrutturazione del cristianesimo; la nuova riforma apostolica; nazionalismo cristiano. Il core business è rappresentato dalla presa del potere, dall’occupazione dei posti di comando (tre giudici della Corte Suprema scelti da Trump sono la prova) perché, sostengono, Cristo tornerà solo quando il mondo sarà dotato di pulizia e ordine politico.

Franklin Graham, figlio del leggendario Billy, pioniere di questo movimento, appare abitualmente accanto a Donald Trump. Ma la stella nascente del firmamento degli ultra-religiosi è Lance Wallnau, un ingegnere meccanico che negli anni ’90, dopo aver svolto svariati lavori, decise di fondare una chiesa tutta sua. Mente sulla propria età – sulla sessantina si direbbe – per il resto è un fanatico della verità con “v” maiuscola e leader del movimento NAR (New Apostolic Reformation). Nel 2017 annunciò che da una conversazione privata col Signore, aveva ricevuto un’indicazione chiara: “Dio ha scelto Trump”.

Lance gira l’America a fare campagna a favore dell’Eletto e promuove ogni tipo di conversione per chi, ebreo, musulmano o quant’altro, abbia voglia di intraprendere il cammino verso la luce. “Siate spie nel campo del peccato”, dice.

Lance il profeta è convinto che la vittoria finale, grazie a Trump, si compirà quando le regole della bibbia verranno applicate ai sette ambiti chiave della società: religione, governo, arte, scuola, famiglia, media.

Assieme a una delle sue discepole di maggior talento, Cindy Jacobs, ha scritto le regole dello spiritual warfare, il conflitto spirituale di cui Trump dovrà essere il comandante in capo. Cindy Jacobs era a Washington il 6 gennaio del 2021 assieme a centinaia di adepti che presero d’assalto il Campidoglio. Cindy rimase in disparte organizzando un raduno di preghiera per chi si era immolato nella battaglia. Con mazze e bastoni.