Medio Oriente in fiamme
L'Iran ha attaccato Israele con più di 300 tra droni e missili. Per Teheran ora l'operazione può dirsi conclusa
L'operazione era attesa da giorni, come ritorsione per il bombardamento israeliano all’ambasciata di Damasco. Si teme un'escalation del conflitto
L’Iran ha attaccato Israele. È successo nella tarda serata del 13 aprile, quando centinaia di droni e missili cruise, circa trecento, sono partiti da Teheran diretti verso Tel Aviv. L’esercito israeliano ha detto che il 99 per cento di questi è stato intercettato prima di entrare in territorio israeliano grazie al sistema antimissile Iron Dome, all’uso di aerei da guerra, all’intervento anche dell’aviazione statunitense e francese. Secondo Nbc News, sarebbero circa 31 le persone che si sono lievemente ferite a causa dell’attacco, colpite mentre si stavano dirigendo verso i rifugi dopo il suono delle sirene.
L’attacco iraniano è senza precedenti: per la prima volta l'Iran attacca direttamente Israele. Ma era atteso da giorni. Da quando lo scorso primo aprile, Teheran aveva annunciato ritorsioni dopo l’uccisione di un importante generale delle Guardie rivoluzionarie islamiche, Mohammad Reza Zahedi, durante un bombardamento contro l’ambasciata iraniana a Damasco. Anche se Tel Aviv non ha mai rivendicato ufficialmente l’attacco, Teheran ha subito ritenuto Israele responsabile.
«Col nostro attacco la questione è conclusa», ha fatto subito sapere l’ambasciatore iraniano Saed Iravani, alle Nazioni Unite, con una lettera inviata alla presidenza del Consiglio di sicurezza Onu e al segretario generale Antonio Guterres: «Ma se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura».
Come reagirà Israele, invece, non è ancora chiaro: «Nessuna decisione è stata presa per ora su una riposta all’attacco», ha detto una fonte ufficiale al Times of Israel. Che cosa fare, infatti, sarà deciso durante la riunione del Gabinetto di guerra convocata per oggi alle 15.30 (italiane) dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Anche se i toni sono accesi: «Un attacco diretto dell'Iran comporterà una appropriata risposta da parte di Israele», aveva detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, in una conversazione telefonica con il suo omologo Usa Lloyd Austin, subito dopo il lancio di droni che hanno impiegato alcune ore per raggiungere Israele da Teheran.
Ma il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avvisato Netanyahu: il sostegno degli Usa a Israele è incrollabile ma non sosterranno né parteciperanno a alcuna controffensiva contro Teheran. Intanto anche il presidente francese Macron ha fatto appello alla «moderazione» di tutte le parti in causa. Mentre la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ha convocato un incontro del G7, i cui leader hanno sottolineato che continueranno a lavorare per stabilizzare il Medio Oriente: «Con le sue azioni, l'Iran ha compiuto ulteriori passi verso la destabilizzazione della regione e rischia di provocare un'escalation regionale incontrollabile. Questo deve essere evitato».