Il leader siriano Ahmed al-Sharaa è a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin e, secondo quanto scrive l'Afp citando fonti governative di Damasco, dovrebbe chiedere l'estradizione di Bashar al-Assad. 

È la prima visita in Russia per al-Sharaa, dopo il rovesciamento nel dicembre 2024 del regime di Assad, storico alleato di Putin e fuggito proprio in Russia dopo la sua destituzione. Nonostante il passato sostegno russo ad Assad, però, al-Sharaa ha dichiarato di voler mantenere relazioni stabili con Mosca, che a sua volta è interessata a ristabilire rapporti diplomatici con il paese del Levante.

Già a luglio, Putin e il suo ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, avevano incontrato il ministro degli Esteri siriano Asaad al-Shibani a Mosca. Questo nuovo viaggio diplomatico fa parte degli sforzi del regime di transizione per ottenere una completa legittimità sul piano internazionale.

L’agenzia di stampa siriana Sana riporta che i due presidenti discuteranno di "sviluppi regionali e internazionali" e "modi per rafforzare la cooperazione". Al-Sharaa incontrerà anche membri della comunità siriana in Russia. Previsti, inoltre, colloqui circa la permanenza della base navale russa a Tartus e della base aerea a Hmeimim.

La nuova leadership siriana vorrebbe processare Assad per i crimini contro la popolazione commessi durante il suo regime, ereditato dal padre Hafez al-Assad nel 2000. È di pochi giorni fa l’inchiesta condotta da Reuters che ha svelato un'operazione segreta condotta dall’ex apparato di regime per spostare decine di migliaia di corpi da una fossa comune ormai nota, ad un sito nascosto nel deserto a est di Damasco. L'obiettivo della sepoltura clandestina era nascondere le prove delle atrocità commesse, mentre Bashar Assad cercava di riacquistare prestigio internazionale in seguito alla sconfitta dello Stato Islamico.