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21 ottobre, 2025Daniella Weiss è la leader delle comunità israeliane in Cisgiordania. E svela i piani per nuovi insediamenti nella Striscia. Con l’appoggio dell’ultradestra e dell’esercito
Gaza sarà ebraica. I gazawi andranno in altri Paesi. I palestinesi sono un’invenzione moderna. I confini di Israele saranno secondo la Bibbia, dall’Eufrate al Nilo: Sinai, Giordania, Libano, Siria, Iraq. L’era degli arabi a Gaza è finita». Daniella Weiss ha 80 anni. Siede su una panchina di fronte alla Striscia di Gaza distrutta. Attivista e politica, nata a Bnei Brak, un quartiere ultraortodosso nei pressi di Tel Aviv, prima della nascita dello Stato di Israele, è considerata la madrina dei coloni per la sua esperienza nell’insediamento di comunità israeliane in Cisgiordania, che Daniella e i suoi seguaci chiamano Giudea e Samaria, secondo la denominazione biblica.
Secondo il diritto internazionale, le colonie israeliane sono illegali, così come l’utilizzo delle risorse naturali poste su quel terreno e sfruttate da Israele. Il movimento di cui è leader e fondatrice, Nachala — “eredità” in ebraico — è stato sanzionato dal Regno Unito assieme ad altri Paesi come Australia, Canada, Nuova Zelanda e Norvegia per le violenze commesse nei confronti dei palestinesi. I suoi principali sostenitori politici sono i due ministri israeliani esponenti del sionismo religioso: Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza Nazionale, e Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze.
Per la festività ebraica di Sukkot, Daniella si è radunata assieme ad altri 300 coloni fuori dalla Striscia di Gaza, a pochi metri dalla recinzione che sigilla la Striscia da 17 anni. Le donne indossano copricapi arrotolati e gonne larghe. Gli uomini camicia bianca e fucile. I bambini giocano con il calcio del fucile dei padri. Molti di loro fanno parte degli 8000 coloni evacuati unilateralmente dal Sud della Striscia di Gaza nell’agosto 2005, dall’allora primo ministro israeliano Ariel Sharon. Una mappa, appesa all’ingresso dell’avamposto raffigura la Striscia di Gaza. In ebraico ci sono scritti i nomi dei 17 ex insediamenti israeliani e dei nuovi che potrebbero nascere. Dei palestinesi nessuna traccia, nessun riferimento. Su un palo di legno è affisso un Qr-code. Scannerizzandolo, si può immaginare la Gaza del futuro. La Gaza del presente invece si intravede in lontananza tra macerie e colonne di fumo. Le sagome dei pochi palazzi rimasti in piedi riempiono a fatica l’orizzonte mentre i droni militari israeliani sorvolano l’aerea. In lontananza si sentono raffiche di mitra. Dalla vicina base militare israeliana i soldati vengono evacuati lentamente da Gaza a bordo di autobus di linea, come previsto dall’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele. Per ultimi escono gli strumenti del genocidio: tank, mezzi corazzati ed escavatori.
Per Daniella il cessate il fuoco con Hamas è una totale sconfitta per Israele. «Netanyahu è un grande leader, fa le cose per bene, ma è stato obbligato ad accettare la tregua con Hamas a causa della pressione pubblica per rilasciare gli ostaggi. Volevamo distruggere totalmente Gaza e Trump ci ha impedito di farlo. È un peccato. Trump ha davvero commesso un grande errore. Questo non è quello che ti aspetti da un amico. Quello che Trump ha fatto è ingiusto. Avrebbe potuto concedere un altro mese, per distruggere Gaza». Nella visione di Daniella e dei suoi seguaci la colonizzazione di Gaza è il punto di partenza per costruire la Eretz Israel Hashlema, la Grande Israele biblica. «Abbiamo lavorato molto duramente negli ultimi due anni organizzando gruppi di famiglie, più di mille, pronte a trasferirsi immediatamente e permanentemente nella Striscia di Gaza. Abbiamo imparato dalla nostra esperienza in Giudea e Samaria che, quando occupi la terra fisicamente, le possibilità di successo sono grandi. Perché non fai solo una dichiarazione, non esprimi solo un’intenzione, bensì fai un atto. La nostra formula, il nostro modello, si basa sui pionieri dei primi anni dello Stato di Israele e negli anni immediatamente precedenti alla nascita dello Stato. Le persone si organizzavano in gruppi di volontari e occupavano la terra».
Il successo che intende Daniella Weiss è la cacciata definitiva dei palestinesi. La pulizia etnica della Striscia di Gaza. La strategia è precisa, matematica. «Il patto tra Israele e Hamas prevede il ritiro dell’Idf da alcune parti di Gaza. Ma, poiché il ritiro non è completo, ci sarà sicuramente un perimetro di terra libera. Come movimento degli insediamenti, vogliamo usare questo perimetro per stabilire comunità, con molta enfasi sul Nord della Striscia di Gaza. C’è molto lavoro da fare e molto spazio perché la comunità ebraica si insedi nel perimetro. Crediamo fermamente — e lo vediamo dall’esperienza in tutto il Paese — che la combinazione tra forze dell’esercito ed elementi civili garantisca la sicurezza dell’area».
La combinazione di elementi militari e civili è fondamentale nella costruzione di un avamposto e nello sfollamento dei palestinesi, ma anche nello sviluppo e nella protezione di esso una volta costituito. Secondo Hagit Ofran, pacifista e direttrice del progetto Settlement Watch dell’Ong Peace Now, «negli ultimi due anni l’esercito è diventato uno strumento nelle mani dei coloni e un elemento moltiplicatore di violenza verso i palestinesi». Nella logica dei coloni, l’avamposto è il primo passo verso la costruzione di un vero e proprio insediamento. «In Giudea e Samaria siamo partiti con qualcosa di piccolo e abbiamo sviluppato più 300 comunità e città, con quasi un milione di ebrei. Anche a Gaza sarà possibile», aggiunge Weiss. Per Ofran, dopo la firma del cessate il fuoco la situazione è destinata a peggiorare. «Gli attacchi verso i palestinesi continueranno e il governo li supporterà sempre di più.
L’estrema destra di Ben Gvir e Smotrich è molto arrabbiata per la tregua a Gaza e farà di tutto per sfruttare il momento e attaccare i palestinesi. Vedremo sempre più violenza e sfollamenti». Sensazione confermata da Daniella. «La sinistra non ha futuro in questo Paese, solo la destra religiosa è destinata a sopravvivere. Le nostre famiglie fanno molti figli. La demografia non è un’invenzione, è un dato di fatto. È uno scontro duro per chi non vorrà vivere secondo il nostro stile di vita, ma credo che in questo scontro la crescita demografica dei coloni religiosi prevarrà su qualsiasi altro tentativo. Rispetto al passato, oggi c’è molto più consenso nei nostri confronti. La destra diventerà sempre più forte».
E parlando dei Paesi europei aggiunge: «Nulla può fermare un movimento come il nostro. Né sanzioni né minacce. Nessuno di noi riceve uno stipendio, siamo tutti volontari. Come pensano di fermarci? È ridicolo. Le posizioni dei governi europei sono irrealistiche e scollegate dalla realtà. Cosa vogliono fare con noi? Punirci come se fossimo a scuola?». Nel frattempo, i numeri della Striscia di Gaza sono spaventosi. Oltre 67mila morti, cifre verosimilmente al ribasso, e più di 170mila i feriti. Di questi, Unicef stima che tra i 3mila e i 4mila siano bambini che hanno perso un arto. Le Nazioni Unite stimano che la ricostruzione di Gaza richiederà oltre dieci anni e più di 50 miliardi di dollari. «È più realistico fondare una colonia sulla Luna che creare uno Stato palestinese nella Terra d’Israele», conclude Daniella Weiss.
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