Mondo
22 ottobre, 2025La replica dell'ambasciatore israeliano all'Onu: "Ci stanno accusando di non aver collaborato con gli organi delle Nazioni Unite. Dovrebbero incolpare se stessi. Quegli organi sono diventati focolai di terroristi"
Dalla Corte internazionale di Giustizia è arrivato l’ennesimo monito a Israele affinché garantisca “i bisogni fondamentali” della popolazione di Gaza e fornisca tutto ciò che è necessario per vivere dignitosamente. Nonostante il (fragile) cessate il fuoco in vigore, gli aiuti umanitari nella Striscia entrano ancora a rilento. "In quanto potenza occupante, Israele è obbligato a garantire i bisogni fondamentali della popolazione locale, compresi i beni essenziali per la sua sopravvivenza — ha dichiarato il presidente della Cig, Yuji Iwasawa —. La Corte ritiene che Israele abbia l'obbligo di accettare e agevolare i programmi di soccorso forniti dalle Nazioni Unite e dalle sue entità, tra cui l'Unrwa', aggiungendo di “non ricorrere alla fame della popolazione civile come metodo di guerra”.
Poi, nelle dichiarazioni di Iwasawa, c’è anche un passaggio sulle accuse di “terrorismo” rivolte da Tel Aviv all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi: “La Corte stabilisce che Israele non ha fornito prove a sostegno delle sue accuse che una parte significativa dei dipendenti dell'Unrwa sarebbero 'membri di Hamas o di altre fazioni terroristiche”.
La tregua in vigore non cambia i toni che Israele usa contro le istituzioni internazionali, con l’ambasciatore di Tel Aviv all’Onu, Danny Danon, che ha definito “vergognoso” il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia sul blocco degli aiuti a Gaza. "Stanno accusando Israele di non aver collaborato con gli organi delle Nazioni Unite. Dovrebbero incolpare se stessi. Quegli organi sono diventati focolai di terroristi. Prendiamo ad esempio l’Unrwa, un’organizzazione che ha sostenuto Hamas per anni", ha affermato Danon, avvisando che Israele respinge il tentativo di farsi imporre "misure politiche".
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