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23 ottobre, 2025La Knesset ha approvato in via preliminare un disegno di legge sulla sovranità in West Bank, dove vivono oltre tre milioni di palestinesi, e che è già in gran parte occupata da Israele. Per la Turchia, è una "provocazione illegale"
Dal Parlamento israeliano è arrivato il primo sì all’applicazione della sovranità sulla Cisgiordania. Che, tradotto, consiste in un primo via libera all’annessione della West Bank, di quei territori — Giudea e Samaria, li chiama Israele — illegalmente occupati secondo il diritto internazionale. La Knesset, con 25 voti favorevoli e 24 contrari, ha approvato il disegno di legge preliminare — ora servirà un passaggio in commissione e poi due letture in Aula prima che la legge diventi tale — per mettere completamente le mani in quella fetta di terra in cui vivono oltre tre milioni di palestinesi, che quotidianamente subiscono la violenza dei circa 700 mila coloni israeliani che negli anni si sono insediati.
Che la questione della Cisgiordania fosse uno dei ostacoli principali al cosiddetto “piano di pace” di Trump era evidente, proprio perché non viene mai citata. Lo scorso agosto, poi, era stato approvato il controverso progetto “E1”, messo a punto dal ministro dell’estrema destra Bezalel Smotrich, che, nell’approvare 3.400 nuove unità abitative tra Gerusalemme e l’insediamento Ma'ale Adummim, finisce per sbarrare di fatto il collegamento tra Ramallah, Gerusalemme Est e Betlemme. Dividendo in due la Cisgiordania e mettendo una pietra tombale alla continuità territoriale, pre-requisito fondamentale per una nascita di uno Stato di Palestina. Ora, con il (primo) via libera della Knesset, il “vecchio sogno” israeliano di mettere le mani su tutta la West Bank fa un passo in avanti. Non si tratta più, "solo", dell'approvazione di nuovi insediamenti - che si sono moltiplicati dal 7 ottobre 2023, quando gli occhi erano tutti su Gaza - ma di qualcosa di più.
Dagli Stati Uniti, però, arriva un altolà. Per il segretario di Stato americano, Marco Rubio, che arriverà presto in Israele, il voto in Parlamento è una “minaccia" per l'accordo e “controproducente" per un futuro di convivenza.
La voce grossa, invece, la fa la Turchia di Erdogan: "Il passo compiuto dal Parlamento israeliano verso l'annessione della Cisgiordania occupata, in violazione del diritto internazionale, è nullo e privo di valore — si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara —. Questo passo provocatorio, compiuto in un momento in cui sono in corso gli sforzi per stabilire la pace a Gaza, minaccia il già fragile contesto di sicurezza e stabilità nella regione”.
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