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23 ottobre, 2025Continuano le violazioni al cessate il fuoco mentre la diplomazia si scontra sull’accordo di pace. Turchia, Qatar ed Egitto attaccano il ruolo di Tony Blair, Israele contro la Corte dell’Aja sull’Unrwa
Sono passati dieci giorni da quando la sfilata di leader mondiali al palazzo dei congressi di Sharm El Sheikh ha dato il via alla seconda fase del cosiddetto "piano per la pace" in Medio Oriente. Nonostante la formulazione scelta si allarghi a tutta la regione, l’efficacia dei venti articoli promossi da Trump va valutata a Gaza. Nella Striscia gli sforzi diplomatici si stanno scontrando con una situazione che, dopo l’ottimismo per la firma dell’accordo, sta diventando sempre più complessa.
Nella mattina di oggi - 23 ottobre - nonostante il cessate il fuoco, l’Idf ha bombardato la zona di Sheikh Nasser a Sud di Khan Yunis senza causare vittime. L’episodio è solo l’ultima delle violazioni della tregua fra Israele e Hamas. Lo scorso 19 ottobre, in risposta a un presunto attacco dei miliziani palestinesi, l’esercito di Tel Aviv ha colpito Gaza con vari attacchi uccidendo almeno 45 persone.
Anche sul piano diplomatico si registrano numerose battute d’arresto. La Turchia, il Qatar e l’Egitto hanno comunicato di “nutrire riserve” sul coinvolgimento di Tony Blair nell’organismo internazionale che dovrebbe gestire il processo di ricostruzione della Striscia, mentre c’è attesa per l’incontro fra J.D. Vance e Israel Katz. Il Vicepresidente Usa, attualmente in viaggio diplomatico in Israele, cercherà garanzie dai vertici delle forze armate israeliane – oltre al Ministro della difesa, sarà presente, fra gli altri, il capo di stato maggiore dell’Idf Eyaz Zamir – perché la tregua si stabilizzi dopo che un intervento diretto della Casa Bianca aveva fermato gli attacchi israeliani del 19 ottobre.
Nonostante la Corte internazionale di giustizia dell’Aja abbia affermato che non esistono prove del legame tra Hamas e l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, e abbia disposto che l’agenzia riprenda le proprie attività a Gaza, Tel Aviv continua a impedirne l’operatività. Un funzionario israeliano ha dichiarato all’emittente pubblica Kan che, nonostante il parere dell’Aja, l’Unrwa “non metterà più piede a Gaza” sottolineando di aver trasmesso le proprie intenzioni agli Stati Uniti nella speranza “che concordino con Israele sulla questione”.
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