Israele impedisce l’ingresso del Comitato internazionale della Croce Rossa nelle carceri dove sono detenuti i prigionieri palestinesi. Il ministro della Difesa di Tel Aviv, Israel Katz, ha rivendicato la decisione giustificandola chiamando in causa una legge contro i “combattenti illegali”.

Secondo Katz, le visite della Croce Rossa nei penitenziari e gli incontri con quelli che definisce terroristi “danneggerebbero gravemente la sicurezza di Israele”. In una nota di oggi – 29 ottobre - del ministero della Difesa viene rimarcato il riferimento a presunti rischi per Israele: “La sicurezza dello Stato e dei cittadini vengono prima di tutto”, ha sottolineato Katz.

La critica alla Croce Rossa è solo l’ultimo degli episodi che, nonostante la tregua, da ieri hanno alzato il livello dello scontro sia militare, con nuovi raid israeliani nella Striscia, che politico, all’interno del governo Netanyahu.

Secondo Hamas sarebbero almeno 101 i palestinesi uccisi negli attacchi israeliani che l’Idf ha condotto nella notte (fra cui ci sarebbero anche 35 bambini), un’interruzione di circa dodici ore della tregua durante la quale secondo le forze armate israeliane sarebbero state condotte operazioni contro “più di 30 terroristi con livello di comando nelle organizzazioni terroristiche della Striscia”.

Sale la tensione anche a Tel Aviv all’interno della coalizione guidata dal Likud, con il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir che è tornato a evocare la crisi di governo di fronte a una reazione che per il leader di Potere Ebraico è troppo “misurata” rispetto alla necessità di “riprendere la guerra totale per perseguire la distruzione di Hamas”.