L'esercito israeliano ha accusato la Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil) di aver abbattuto un loro drone nel Sud del Libano, nei pressi della città di Kfar Kila, nella giornata di domenica 26 ottobre.

“Un'indagine preliminare ha rivelato che l'Unifil ha sparato deliberatamente contro il drone, nonostante non rappresentasse alcuna minaccia - hanno dichiarato le truppe israeliane, che stavano eseguendo una missione di ricognizione -. Le forze delle Idf hanno lanciato una granata a mano nella zona in cui è stato abbattuto il drone". Le forze israeliane hanno riferito che non sono stati lanciati colpi contro le forze Unifil.

Secondo quanto si apprende dal comunicato Unifil, un drone israeliano si sarebbe avvicinato a una pattuglia dei caschi blu verso le 17:45 ora locale e avrebbe sganciato una granata. Pochi istanti dopo, un carro armato israeliano avrebbe sparato contro i peacekeepers, senza ferirne nessuno. Le forze di peacekeeping hanno dichiarato che “un drone israeliano aveva sorvolato la pattuglia Unifil in modo aggressivo” e di aver “applicato le necessarie contromisure difensive per neutralizzare il drone".

Dura la denuncia da parte della missione Onu: “Queste azioni delle Forze di difesa israeliane violano la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza e la sovranità del Libano, e dimostrano disprezzo per la sicurezza delle forze di pace impegnate nell'esecuzione dei compiti affidati dal Consiglio di Sicurezza nel Libano meridionale”.

L’Italia attualmente è il primo Paese europeo a contribuire alla missione, con circa 1.200 soldati. Il contingente, composto principalmente da militari dalla Brigata “Sassari” e guidato dal Generale Stefano Messina, opera nel settore Ovest della missione.