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28 ottobre, 2025Hamas annulla la restituzione di una salma. Katz: "Pagheranno un caro prezzo". In mattinata la riconsegna, da parte del movimento palestinese, dei resti di un ostaggio già ridato al posto di un nuovo corpo. Poi lo scontro a fuoco con l'Idf a Rafah
Dopo l'ordine arrivato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu – "condurre immediatamente potenti raid su Gaza" – sono arrivati, puntuali, i bombardamenti dell'esercito israeliano sulla città di Rafah, nel Sud della Striscia, e su Gaza City. Poco prima, Hamas aveva annunciato il rinvio della consegna di un'altra salma di ostaggi israeliani, prevista per questa sera, "a causa delle violazioni di Israele" dell'accordo di Sharm el Sheik.
Non solo i raid. Netanyahu ha anche deciso di ampliare il territorio sotto il controllo delle forze armate israeliane (finora era il 53% di Gaza ad essere sotto l'Idf, ora la "linea gialla" si espande).
Per il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, Hamas "oltrepassa una linea rossa ben definita alla quale l'Idf risponderà con forza", stando a quanto riporta la testata israeliana Haaretz. Il movimento palestinese, ha aggiunto Katz, "pagherà un caro prezzo per aver attaccato i soldati dell'Idf a Gaza e per aver violato l'accordo relativo alla restituzione degli ostaggi deceduti".
Sul fronte mediorientale, dove il cessate il fuoco scricchiola sempre di più, quella del 28 ottobre è una giornata in cui gli eventi si rincorrono. E in cui le prospettive per una vera e propria pace sono sembrate allontanarsi.
Poco prima dei raid a Rafah, nel Sud della Striscia, si sono verificati scontri tra l’esercito israeliano e Hamas dopo che, come ha riportato Haaretz, i miliziani palestinesi avrebbero aperto il fuoco con cecchini e missili anticarri, e con l’Idf che avrebbe risposto con colpi d’artiglieria. Poi, il vertice convocato d’urgenza da Netanyahu per esaminare quanto accaduto e per vagliare la possibilità risposta.
Ma lo scontro a Rafah, di cui Hamas ha negato ogni responsabilità, non è stato l’unico episodio che ha fatto traballare la tregua. In mattinata, Israele aveva denunciato di aver ricevuto — al posto di una nuova salma — i resti di un ostaggio già consegnato; episodio che aveva portato Netanyahu a convocare un’altra riunione (diversa rispetto a quella di oggi pomeriggio). A quel punto, è arrivata l’esortazione dei due ministri più estremisti del governo — Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich — affinché si usi il pugno duro contro Hamas.
“Il fatto che Hamas continui a giocare e non trasferisca immediatamente tutti i corpi dei nostri caduti è di per sé la prova che l'organizzazione terroristica è ancora in piedi. È ora di spezzare quelle gambe una volta per tutte — ha scritto Ben Gvir sui social —. Ora non abbiamo più bisogno di ‘far pagare ad Hamas un prezzo’ per le violazioni. Dobbiamo riprenderci la sua stessa esistenza e distruggerla completamente, in conformità con l'obiettivo centrale definito per la Guerra della Rinascita. Signor primo ministro, basta esitare: dia l’ordine!”.
Le forze israeliane hanno nel frattempo pubblicato il video integrale girato da un drone in cui i si vedono miliziani di Hamas che starebbero inscenando — questa la versione dell’Idf — il recupero dei resti di un ostaggio poi consegnati ieri sera a Israele. "Contrariamente alle affermazioni di Hamas sulle difficoltà nel localizzare i corpi degli ostaggi deceduti, ieri è stato documentato che i suoi uomini hanno rimosso i resti da una struttura e li hanno seppelliti nelle vicinanze", afferma l'Idf. "Poco dopo, Hamas ha convocato i rappresentanti della Croce Rossa e ha inscenato una falsa messa in scena del ritrovamento del corpo di un ostaggio deceduto", si legge.
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