Mondo
28 ottobre, 2025Il Patriarca di Gerusalemme mette in guardia sulla possibilità che il futuro della Striscia sia pianificato "da persone che non vivono lì”. “Non è chiaro come si prenderanno le decisioni, finora Onu impotente”
Nel piano di pace sponsorizzato da Donald Trump il futuro di Gaza è evocato con dei toni vaghi, con una serie di frasi aperte da cui è difficile capire i dettagli di una visione che sembra lasciare ampio spazio agli interessi commerciali. "Temo che ricostruire Gaza sarà un grande business. La nostra preoccupazione è che a decidere siano le persone che non vivono lì, che si decida per Gaza ma non con Gaza”, riflette Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, in collegamento con il Consiglio regionale della Lombardia. All’articolo dieci dell’accordo di pace viene citato un “piano di sviluppo economico per ricostruire e rilanciare Gaza”. Non si conosce molto del progetto e il fatto che sia etichettato come “piano Trump” e che nel testo si citino “investimenti e opportunità” rende difficile capire dove finisce il marketing e dove comincia la diplomazia: “Il sospetto è radicato, non è chiaro come si prenderanno le decisioni, il rischio è che si resti a metà”, ha commentato Pizzaballa.
Qualunque siano le intenzioni, la ricostruzione di Gaza non è ancora cominciata. “Si sente l’odore dei morti che sono ancora seppelliti sotto le macerie. Gli anziani sono rimasti soli, i ragazzi non hanno scuole e hanno perso tre anni”, continua Pizzaballa. Secondo il cardinale, il tentativo di rendere di nuovo viva la Striscia dovrà tenere conto di due livelli, quello materiale e quello morale e umano: “Dobbiamo ricominciare a parlarci, il 7 ottobre e la guerra a Gaza sono un qualcosa dal quale bisognerà per forza ripartire in maniera positiva. C’è molta sfiducia nei confronti delle istituzioni, sia di quelle locali che di quelle multilaterali, l’Onu è stato impotente in questa situazione”.
Oltre all’attuale carica di Patriarca di Gerusalemme, Pizzaballa in passato è stato Custode di Terra Santa, un incarico che fa capo all’Ordine dei frati minori con un mandato che si estende a tutto il Medioriente che lo ha portato spesso a mediare fra lo Stato d’Israele e le autorità palestinesi: “La Cisgiordania oggi è divisa in tanti pezzettini e dopo il 7 ottobre la frammentazione è ancora più marcata, con barriere e checkpoint che rendono problematici gli spostamenti. Una situazione insostenibile anche a causa dell’intensificarsi delle aggressioni dei coloni”, ha sottolineato Pizzaballa.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Russian Secrets - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 24 ottobre, è disponibile in edicola e in app



