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31 ottobre, 2025La rivelazione del Wp. Le azioni israeliane a Gaza rientrerebbero nell’ambito delle leggi Leahy; norme che vieterebbero al governo degli Stati Uniti di fornire aiuti militari. Ma Washington continua ad essere il principale alleato di Tel Aviv
Un rapporto classificato dell’Ufficio dell’ispettore generale del dipartimento di Stato americano ha rivelato che le unità militari israeliane hanno commesso “centinaia” di potenziali violazioni delle leggi statunitensi sui diritti umani nella Striscia di Gaza.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, che cita due funzionari statunitensi, queste violazioni richiederebbero “diversi anni” per essere esaminate. Inoltre, il rapporto è stato realizzato prima dell’accordo sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
È la prima volta che un rapporto del governo americano riconosce l’entità delle azioni israeliane a Gaza, che rientrano nell’ambito delle leggi Leahy. Queste sono delle leggi storiche che vietano al governo degli Stati Uniti di fornire aiuti militari a unità delle forze di sicurezza straniere accusate, con prove concrete, di gravi violazioni dei diritti umani.
Per la quantità di potenziali violazioni, il dipartimento di Stato stima tempi lunghissimi per un loro esame. Di fatto, l’ampio arretrato e la natura del processo di revisione “deferente alle Forze di difesa israeliane (Idf)” portano a seri dubbi sulle prospettive di responsabilità per le azioni di Israele.
Dal rapporto emerge l’esistenza di un protocollo burocratico specifico, noto come Israel Leahy Vetting Forum, che avvantaggerebbe Israele rispetto ad altri Paesi che affrontano accuse simili di violazioni dei diritti umani. Per Israele, infatti, la revisione delle violazioni sarebbe più lunga e coinvolgerebbe funzionari statunitensi di alto livello.
Josh Paul, ex funzionario del dipartimento di Stato, riferisce al Wp come normalmente una singola obiezione sia sufficiente per negare l’assistenza ad un’unità militare. Per Israele, invece, il gruppo addetto all’esamina della violazione deve “raggiungere un consenso sulla possibile grave violazione dei diritti umani”. Lo stesso governo israeliano viene consultato sull’incidente e sulle misure adottate per affrontare la questione.
In ogni caso, fino ad oggi gli Stati Uniti non hanno negato alcun aiuto a nessuna unità israeliana. Una linea adottata in precedenza anche dall’ex presidente Joe Biden. La precedente amministrazione aveva segnalato importanti incidenti a Gaza, come l’uccisione di sette lavoratori della Ong World Central Kitchen nell’aprile 2024 o l’uccisione di oltre 100 palestinesi radunati nei pressi dei camion carichi di aiuti umanitari nel febbraio 2024. Tuttavia, l’amministrazione aveva affermato di non essere ancora giunta a “conclusioni definitive” sull’eventuale utilizzo di armi statunitensi negli episodi citati.
Resta il fatto che gli Stati Uniti rimangono i principali finanziatori dello Stato ebraico, con almeno 3,8 miliardi di dollari in aiuti forniti ogni anno. Ciò rende Israele il più grande beneficiario cumulativo di aiuti statunitensi al mondo.
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