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7 ottobre, 2025L'Aula di Strasburgo non ha accolto la richiesta delle autorità ungheresi. Il voto è stato segreto, ma a essere decisivi sono stati - verosimilmente - gli eurodeputati del Partito popolare europeo, oltre che i cento assenti. Salis: "Una vittoria per la democrazia"
Con un solo voto di scarto, il Parlamento europeo ha deciso di confermare l'immunità a Ilaria Salis, bocciando quindi la richiesta dalle autorità ungheresi. I voti a favore sono stati 306, i contrari 305 e gli astenuti 17. L'europarlamentare di Avs, eletta a Bruxelles lo scorso giugno mentre era detenuta nelle carceri di Budapest, non sarà quindi processata dall'Ungheria di Viktor Orbán, che la accusa di aver partecipato a una spedizione punitiva contro militanti neofascisti. L'Aula di Strasburgo conferma il parere della Commissione giuridica del parlamento europeo, che lo scorso 23 settembre aveva votato respingendo la richiesta di revoca dell'immunità.
"Questo voto è una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l'antifascismo - scrive Salis in una nota -. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte. La lotta - continua - è tutt'altro che finita. Le minacce permangono e continuare a lottare è essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato l'autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi". Poi, il post su X, con una foto pugno in alto e sorriso in viso condito da tre parole: "Siamo tutti antifasciste".
Il voto è stato segreto, ma a essere decisivi - verosimilmente - sono stati i voti di franchi tiratori del Partito popolare europeo, oltre ai cento europarlamentari assenti che hanno fatto abbassare il quorum. In mattinata, il leader Manfred Weber aveva sottolineato che, "come Ppe, siamo favorevoli al rispetto dello stato di diritto e quindi al rispetto del regolamento del Parlamento europeo: i nostri consiglieri giuridici ci hanno detto che è giusto revocare l'immunità a Ilaria Salis perché il suo reato è stato commesso prima del suo mandato. Noi siamo per le regole, non bisogna politicizzare la questione". A complicare, politicamente, la questione nella famiglia dei Popolari c’era il voto concomitante sulla revoca dell’immunità — richiesta sempre da Budapest — nei confronti di Péter Magyar, il principale avversario di Viktor Orbán ma anche esponente del Partito popolare europeo.
In Aula i gruppi del centrosinistra – da Renew Europe ai Socialisti e democratici, dai Verdi a The Left – non avevano, da soli, i numeri per raggiungere la maggioranza: 312 eurodeputati, a fronte dei 361 necessari. Ma a pesare, oltre ai possibili franchi tiratori del Ppe, sono stati anche i cento assenti che hanno fatto abbassare il quorum.
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