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10 novembre, 2025Il Guardian pubblica i contenuti di un documentario che andrà in onda nel Regno Unito in cui alcuni soldati dell'Idf parlano della campagna nella Striscia, tra uccisioni decise per capriccio dagli ufficiali e modalità arbitrarie di designazione dei nemici
A Gaza, le regole sono saltate fin dall’inizio della risposta israeliana agli attacchi del 7 ottobre. A confermarlo, ora, non sono solo le denunce delle Nazioni Unite, di osservatori indipendenti o di associazioni umanitarie, ma anche gli stessi militari israeliani che, nel documentario televisivo ‘Breaking Ranks: Inside Israel's War’, che verrà trasmesso nel Regno Unito su Itv stasera ma anticipato dal Guardian, hanno descritto cosa avveniva (e avviene) nella Striscia: civili uccisi per il capriccio dei singoli ufficiali, eclissi di ogni forma di legalità, demolizioni arbitrarie.
“Se vuoi sparare senza freni, puoi farlo", afferma Daniel, comandante di un'unità di carri armati dell’Idf. “La vita e la morte non sono determinate dalle procedure o dalle regole di apertura del fuoco. È la coscienza del comandante sul campo che decide”, racconta invece Eli, un altro soldato. Anche la designazione di chi è terrorista o semplicemente minaccioso, racconta, diventa arbitraria. “Se camminano troppo velocemente, sono sospetti. Se camminano troppo lentamente, sono sospetti. Stanno tramando qualcosa. Se tre uomini camminano e uno di loro resta indietro, si tratta di una formazione di fanteria con due uomini a uno: è una formazione militare”.
Sempre Eli ricorda un episodio in cui un ufficiale ha dato l’ordine di demolire un edificio in un’area designata come “sicura” per i civili. "Un uomo era in piedi sul tetto, stendeva il bucato, e l'ufficiale decise che era un osservatore. Non è un osservatore. Sta stendendo il bucato. Si vede che sta stendendo il bucato — racconta —. Ora, quest'uomo non ha certo un binocolo o delle armi. La forza militare più vicina era a 600-700 metri di distanza. Quindi, a meno che non avesse la vista d'aquila, come avrebbe potuto fare l'osservatore? E il carro armato ha sparato un proiettile. L'edificio è crollato a metà. E il risultato è stato un gran numero di morti e feriti."
I militari, spiega il Guardian anticipando i contenuti del documentario, hanno dato ulteriori dettagli sugli spari contro i civili disarmati in fila per il cibo nei punti di distribuzioni allestiti dalla controversa Gasa Humanitarian Foundation (è a quota 944, secondo i dati delle Nazioni Unite, il bilancio delle persone morte mentre aspettavano aiuti). E hanno confermato l’uso sistematico di scudi umani da parte dell’Idf. “Mandi lo scudo umano sottoterra. Mentre cammina nel tunnel, ti mappa tutto. Ha un iPhone nel gilet e mentre cammina invia informazioni GPS — spiega Daniel —. I comandanti hanno visto come funziona. E la pratica si è diffusa a macchia d'olio. Dopo circa una settimana, ogni compagnia gestiva il proprio Mosquito”.
Queste e altre testimonianze restituiscono uno spaccato di quanto accaduto a Gaza negli scorsi lunghi mesi. Ad agosto, un’inchiesta del Guardian aveva mostrato, citando dati ufficiali, che l’83% delle vittime erano civili, anche se l’Idf ha continuato a contestare l’analisi.
Mentre nella Striscia il fragile cessate il fuoco, violato già diverse volte, sta per compiere un mese, in Cisgiordania non si fermano le violenze dei coloni, che stanno continuando ad assaltare i palestinesi durante la raccolta delle olive. Oggi — 10 novembre — l’esercito israeliano ha invece avviato un’esercitazione militare su larga scala che durerà tre giorni. Le operazioni mirano a "migliorare la prontezza operativa e affrontare una serie di scenari in Giudea e Samaria e nella valle del Giordano", ha spiegato su X il portavoce dell’Idf in lingua araba.
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