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10 novembre, 2025Il capo dello Stato ha criticato (senza citarlo) il partito d'estrema destra, che ora si scaglia contro le sue parole: "I nostri partiti fratelli, da Donald Trump a Giorgia Meloni, sono al governo nei loro Paesi"
Contro l’avanzata dell’Afd in Germania è sceso in campo anche il presidente della Repubblica federale tedesca, Frank-Walter Steinmeier. Che, in sostanza, pur non nominando mai esplicitamente il partito di estrema destra, si è detto a favore del divieto — “un’ultima ratio”, ma comunque “l’espressione di una democrazia capace di difendersi” — e ha lanciato un appello alle altre formazioni per mantenere in piedi il “cordone sanitario” che continua a escludere da ogni coalizione con il partito di estrema destra. L’attacco del capo dello Stato è arrivato, tra l’altro, in un giorno pregno di significato per la storia tedesca: il 9 novembre, anniversario della proclamazione della Repubblica di Weimar, nel 1918, e della caduta del muro di Berlino, nel 1989.
L’Afd ora insorge contro le parole di Steinmeier, con il direttore generale del gruppo parlamentare, Bernd Baumann, che fa un confronto con i partiti “fratelli”, tra cui FdI in Italia. “Mentre i nostri partiti fratelli, da Donald Trump a Giorgia Meloni, sono già al governo nei loro Paesi o sono in procinto di farlo, grandi parti della classe politica di sinistra e dei verdi procedono come criminali seriali in Germania", ha affermato.
“Mai un presidente federale ha abusato fino a questo punto del suo incarico", ha continuato Baumann. "Con l'espressione ‘dobbiamo agire,' Steinmeier incita alla procedura di divieto contro Afd”, ha continuato. Steinmeier, ha detto, “vuole evitare ogni collaborazione con il partito più forte nei sondaggi”.
Quello della messa al bando dell’Afd, in Germania, è un tema molto caldo e in discussione da tempo. Già a inizio maggio i servizi segreti avevano bollato come “estremista” la formazione guidata da Alice Weidel, una “minaccia diretta all’ordine democratico”. Dovrebbe essere il governo ad avviare la procedura, e poi la Corte costituzionale ad esprimersi. Per ora, nessuno in Germania sembrerebbe intenzionato a percorrere questa strada. Anche se le parole di Steinmeier non sono passate indifferenti: “Il tentativo spericolato di addomesticare gli antidemocratici concedendogli l’accesso al potere - ha detto - è fallito non soltanto a Weimar”.
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