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12 novembre, 2025Solo a ottobre sono stati contati 86 episodi di "crimini nazionalistici", rispetto ai 25 dello stesso mese del 2024. Il capo di Stato maggiore dell'Idf: "Siamo determinati a porre fine a questo fenomeno e agiremo con severità finché giustizia non sarà fatta"
Le continue violenze dei coloni in Cisgiordania ora iniziano a infastidire anche l’esercito israeliano. Il capo di stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, ha "condannato fermamente" i recenti attacchi contro i palestinesi definendoli opera di "una minoranza criminale". "Si tratta di atti — ha aggiunto — che contraddicono i nostri valori. Oltrepassano una linea rossa e distolgono l'attenzione delle nostre forze dall'adempimento della loro missione, dalla difesa delle comunità e dalla conduzione di operazioni offensive. Siamo determinati a porre fine a questo fenomeno e agiremo con severità finché giustizia non sarà fatta", ha affermato mentre era in visita in Cisgiordania durante una vasta esercitazione militare.
Come riporta il Times of Israel, a ottobre l'Idf ha registrato 86 episodi di "crimini nazionalistici", compiuti da estremisti, rispetto ai 25 nello stesso periodo dello scorso anno. E dall'inizio dell'anno, i casi sono già stati 704 rispetto ai 675 di tutto il 2024.
L’episodio più recente si è verificato ieri — 11 novembre — quando un numeroso gruppo di giovani coloni, con il volto coperto, ha fatto irruzione nella zona industriale di Beit Lid, nei pressi della città palestinese di Tulkarem, in Cisgiordania settentrionale. Gli assalitori hanno ferito almeno quattro palestinesi e dato alle fiamme automobili, camion, campi coltivati e diversi edifici, tra cui il caseificio Al Juneidi, una delle principali fonti di reddito della regione.
L’intervento dell’esercito israeliano ha messo in fuga i coloni, che si sono rifugiati nella zona industriale di Kedumim. Lì, tuttavia, hanno attaccato i soldati e danneggiato un veicolo militare. Nella stessa area di Beit Lid, durante la mattinata, erano stati segnalati anche assalti contro una comunità beduina e nel vicino villaggio di Deir Sharaf, dove sono state incendiate diverse tende.
Le forze armate hanno poi arrestato quattro sospettati, consegnandoli alla polizia di frontiera. Tuttavia, nel giro di meno di 24 ore, tre di loro sono stati rilasciati, mentre solo uno rimane in stato di detenzione. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, la vicenda ha contribuito ad acuire le tensioni tra l’Idf e la polizia, quest’ultima posta sotto la diretta autorità del ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, esponente dell’estrema destra messianica.
Da sempre è raro che i coloni vengano effettivamente perseguiti, ma a rendere ancora più complessa la gestione dell’attuale escalation di violenza contribuisce la decisione del ministro della Difesa, Israel Katz, che all’inizio dell’anno ha sospeso l’applicazione della detenzione amministrativa nei confronti dei cittadini israeliani. In questo contesto, l’unico strumento rimasto nelle mani delle autorità è quello degli ordini restrittivi che il comandante del Comando Centrale dell’Idf può firmare, vietando ai sospettati di entrare in Cisgiordania o imponendo loro gli arresti domiciliari, nel caso in cui risiedano negli insediamenti.
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