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9 dicembre, 2025Il 26 giugno, a ridosso dell'anniversario dei moti di Stonewall, è in programma la partita per celebrare l'inclusività, ma i sorteggi hanno stabilito che quel giorno si sfideranno due Paesi fortemente contrari ai diritti Lgbtqia+. Teheran (che punisce l'omosessualità anche con la pena di morte) protesta: "Irragionevole"
Può sembrare un paradosso: la Fifa ha scelto Egitto-Iran del prossimo 26 giugno come “Pride match” dei Mondiali di calcio, in un'iniziativa pensata per promuovere i diritti Lgbtqia+. Era stata definita prima dei sorteggi che si sono tenuti lo scorso 5 dicembre, a Washington, ma con la pubblicazione del calendario si è scoperto che quel giorno - a ridosso dell’anniversario dei moti di Stonewall - si disputerà la partita tra due Paesi in cui l’omosessualità è criminalizzata. In Iran le relazioni tra persone dello stesso sesso sono punite anche con la pena di morte, mentre in Egitto una vaga legge cosiddetta "sulla depravazione" le rende penalmente perseguibili. Da Teheran è arrivata un'immediata reazione, con il presidente della federazione, Mehdi Taj, che ha definito "irragionevole" la decisione.
Non è la prima volta che la questione dei diritti Lgbtqia+ entra nella discussione pubblica intorno ai Mondiali. Durante la scorsa edizione in Qatar, altro Paese dove le relazioni omosessuali sono criminalizzate, la Fifa aveva intimato ai giocatori di non indossare le fasce OneLove, così come aveva vietato l’ingresso negli stadi delle bandiere arcobaleno.
Le polemiche sull'indicazione di Egitto-Iran come “Pride match” quelle per il premio della Pace assegnato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump (che così ha potuto festeggiare il riconoscimento, dopo aver bramato invano il conferimento del decisamente più importante Nobel per la pace).
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