Svezia, 11 morti nell'attacco alla scuola di Örebro: cosa sappiamo dell'attentatore?

È già stata definita la peggiore strage nella storia della Svezia. Le condizioni dei feriti sarebbero gravi

La strage, avvenuta nell'istituto di formazione professionale del Campus di Risbergska, in Svezia, ha provocato almeno 11 morti, tra cui l’attentatore stesso, e un numero imprecisato di feriti. Alcuni sarebbero in condizioni gravi. La polizia svedese ha dichiarato che l’uomo, la cui identità non è stata ancora divulgata ufficialmente, non era noto alle forze dell’ordine e non aveva precedenti penali. "Non ci sono al momento indizi che suggeriscano un movente ideologico", ha dichiarato il capo della polizia Roberto Eid Forest durante una conferenza stampa.

 

L'attacco

 

Martedì 4 febbraio, poco dopo mezzogiorno, l’uomo ha fatto irruzione nell’istituto armato di fucile. Si tratta di un’arma comune in Svezia, dove il possesso di armi è legato principalmente alla caccia e agli sport da tiro. L'uomo ha aperto il fuoco contro studenti e insegnanti, uccidendo almeno 10 persone prima di rivolgere l’arma contro di sé. Le forze dell’ordine, arrivate pochi minuti dopo la segnalazione degli spari, hanno trovato il corpo dell’attentatore privo di vita. "Abbiamo prove che si sia suicidato all’arrivo della polizia", ha detto Eid Forest. Gli investigatori stanno ancora analizzando l’appartamento dell’uomo alla ricerca di elementi che possano chiarire il movente della strage.

 

Un uomo solitario che non lasciava alcun tipo di traccia

 

I vicini di casa dell’attentatore hanno riferito di non averlo mai incontrato, nonostante vivesse nello stesso appartamento da anni. Secondo il quotidiano Dagens Nyheter, da nove anni non dichiarava alcun reddito al fisco, dopo aver guadagnato in passato somme modeste. L’unico picco nei suoi guadagni risale al 2017, quando dichiarò 122 mila corone svedesi (circa 10 mila euro), probabilmente derivanti da investimenti. Non risultano prestiti per studi universitari a suo nome, né possedeva un’auto, nonostante avesse una patente di guida dal 2009. Uno degli aspetti più sconcertanti per gli inquirenti è l’assenza di qualsiasi traccia digitale. "Non ha pubblicato nulla sui social media, né ha rilasciato dichiarazioni o manifesti che potessero far presagire il suo gesto", ha dichiarato un portavoce della polizia.

 

Il cordoglio internazionale

 

La Svezia, solitamente considerata un Paese sicuro, è stata colpita duramente da questa tragedia. Il primo ministro Ulf Kristersson ha definito l'accaduto "un incubo". Anche il re di Norvegia, Harald V, ha inviato un messaggio di cordoglio alla famiglia reale svedese, esprimendo "tristezza e sgomento" per quanto accaduto. Nel frattempo, la polizia svedese sta collaborando con le autorità di altri Paesi europei per analizzare eventuali collegamenti con l'atto criminale. "Non possiamo escludere nulla, ma al momento non vediamo indizi che colleghino l’attentatore a movimenti estremisti", ha ribadito Eid Forest. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la mattina del 5 febbraio, ha diffuso una nota di cordoglio: “Appresa la tristissima notizia della sparatoria di Örebro desidero far giungere a Vostra Maestà, alle famiglie delle vittime e all'amico popolo svedese le più sentite condoglianze della Repubblica Italiana e mie personali. Condanniamo con la massima fermezza questo insensato gesto di violenza. Siamo vicini al lutto della Svezia con sentimenti di solidale partecipazione, mentre auguriamo ai numerosi feriti un pronto e completo recupero".

 

L'edicola

Le radici culturali dell'Europa, antidoto al caos

Contro la crisi identitaria del Continente non c’è che uno sbocco: la riaffermazione dei valori comuni

La copertina del decimo numero: "Vieni avanti, straniero".