Ungheria, la scure di Orbán sui diritti: in arrivo un legge per vietare i gay pride. "Dannosi per i bambini"

Gli organizzatori della marcia di Budapest protestano: "La libertà di riunione è un diritto costituzionale"

Il partito al governo in Ungheria, Fidesz, ha presentato un disegno di legge per vietare la marcia del pride da parte delle comunità Lgbtq+, ritenuta “dannosa per i bambini”, e imporre multe agli organizzatori e alle persone che partecipano all'evento che Budapest organizza da tre decenni. Lo riportano diversi media internazionali. Il disegno di legge vieterebbe queste manifestazioni con il pretesto che "non si possono tenere riunioni che violino il divieto stabilito dalla legge sulla protezione dei bimbi". Il testo, inoltre, consentirebbe alla polizia di utilizzare telecamere di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti del pride. La risposta degli organizzatori alla minaccia del primo ministro ungherese, Viktor Orbán - che invita a non pianificare la marcia - non si è fatta attendere: il pride ci sarà, perché la libertà di riunione è un diritto costituzionale.

Già nel 2021 Budapest era finita sotto la lente della Commissione europea per la controversa legge sulla protezione dei bambini, giudicata lesiva dei diritti Lgbtq+. L’esecutivo comunitario aveva poi deciso di deferire il Paese di Orbán alla Corte di giustizia dell’Unione europea, con l’appoggio di 16 Paesi Ue. La norma in questione, che vieta la "promozione dell'omosessualità" ai minori, sui media e nelle scuole, è ritenuta responsabile anche dell'aumento dei reati d'odio contro le persone omosessuali in Ungheria. Il divieto del pride è, quindi, solo l’ultimo di una serie di provvedimenti che vanno nella direzione dell’omofobia e della transfobia: secondo gli esperti, diverse leggi precedenti, adottate nel 2020, avevano vietato alle coppie dello stesso sesso di adottare bambini ed eliminato il riconoscimento legale delle persone transgender.

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