L’europarlamentare del Partito democratico ha denunciato la mancata condanna da parte delle istituzioni europee al divieto imposto da Orbán sulla manifestazione in favore dei diritti Lgbtqia+

Zan: "Grave il silenzio della Commissione Ue sul divieto al Budapest Pride. Il 28 giugno ci sarò per difendere il diritto a essere se stessi"

Il Pride proibito si farà lo stesso. La polizia ungherese ha ufficialmente vietato la manifestazione in programma a Budapest il prossimo 28 giugno, ma gli organizzatori hanno già invitato a resistere e sfilare lo stesso, per difendere i diritti della comunità Lgbtqia+. Tra i resistenti, però, non figurano le istituzioni europee. "È grave che la Commissione europea non condanni il divieto imposto dal governo Orbán al Budapest Pride e che non garantisca una sua presenza ufficiale all’evento", ha denunciato l’europarlamentare del Partito Democratico Alessandro Zan.

 

Il deputato europeo aveva già inviato una lettera alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sottoscritta da altri 59 parlamentari, per sollecitare una partecipazione istituzionale al Pride ungherese. "Nella risposta ricevuta – spiega – von der Leyen ribadisce, a parole, l’impegno della Commissione per i valori europei e per la strategia a tutela dei diritti Lgbtqia+. Ma non c'è alcuna assicurazione sulla presenza ufficiale dei commissari a Budapest, né una chiara condanna del divieto imposto alla manifestazione".

 

Una posizione che Zan giudica troppo morbida e insufficiente: "Troppo poco, di fronte alle gravi violazioni che Orbán compie da anni. L’inazione e il silenzio della Commissione, che dovrebbe essere garante dei trattati europei, rischia di essere al limite della complicità".

 

"La Commissione europea - conclude - se davvero vuole essere alleata della comunità Lgbtqia+, non può restare ambigua. Io il 28 giugno sarò a Budapest per difendere il diritto a essere se stessi, il diritto di parola e quello di manifestare. Perché dove si vieta un Pride, si minaccia la democrazia".

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