Sul suo social Truth, Donald Trump ha invitato a dedicare meno tempo a "preoccuparsi di Putin" e impegnarsi a contrastare le "bande di migranti" che entrano negli Stati Uniti. "Cosi - ha aggiunto - non finiremo come l'Europa". Un attacco alle leadership europee che ieri, 2 marzo, si sono incontrate a Londra per discutere della crisi ucraina e dei rapporti con gli Stati Uniti. Secondo alcune fonti citate dal New York Times, poi, Trump starebbe concretamente valutando la possibilità di sospendere qualsiasi aiuto verso Kiev, mentre Volodomyr Zelensky ha aperto alla possibilità di dimettersi in cambio dell'adesione "dell'Ucraina alla Nato". Intanto l'amministrazione Trump ha fatto un primo passo nella ridefinizione dei rapporti tra Washington e Mosca, con il Pentagono che ha ordinato di fermare le operazioni di cyberspionaggio contro la Russia.
Il post su Truth e lo stop agli aiuti a Kiev
"Dovremmo dedicare meno tempo a preoccuparci di Putin", ha scritto Trump su Truth, "e più tempo a preoccuparci delle bande di migranti che stuprano, dei signori della droga, degli assassini e delle persone provenienti dagli istituti psichiatrici che entrano nel nostro Paese, così non finiremo come l'Europa!". Nel frattempo, un funzionario dell’amministrazione statunitense ha rivelato al New York Times che Trump, dopo lo scontro con Zelensky, potrebbe interrompere qualsiasi forma di aiuto all’Ucraina. Tra le misure ipotizzate ci sono il blocco dei finanziamenti militari, la sospensione dell’addestramento di truppe e piloti ucraini e la chiusura di una base militare Usa in Germania che gestisce un call center per il coordinamento degli aiuti internazionali a Kiev. La questione, sempre secondo il quotidiano statunitense, verrà discussa in un incontro con alti funzionari, tra cui il segretario di Stato Marco Rubio e quello alla Difesa, Pete Hegseth.
E sempre nella direzione di una distensione dei rapporti con Mosca, il Pentagono avrebbe ordinato al Cyber command statunitense di fermare le operazioni contro la Russia. La decisione sarebbe stata presa prima dello scontro tra Trump e Zelensky nello Studio ovale.
Il capitolo dimissioni di Zelensky
Ripartendo da Londra, dove ieri 2 marzo ha incontrato i leader dei principali Paesi europei, Zelensky ha aperto alla possibilità di fare un passo indietro. "Ho già detto che sono disponibile a dimettermi per l'adesione dell'Ucraina nella Nato, allora significa che ho adempiuto alla mia missione", ha detto in un'intervista a Sky News. Ma ha aggiunto: "Per cambiarmi non sarà facile, perché non basta semplicemente tenere le elezioni. Dovreste impedirmi di partecipare. E sarà un po' più difficile". Sul presidente ucraino si è espresso anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, secondo cui "non vuole la pace". Per questo, ha aggiunto, qualcuno dovrebbe "costringerlo" a volerla.