Il Parlamento ungherese ha approvato un’altra stretta sui diritti, con l'emendamento presentato dal governo di Viktor Orbán per modificare la Costituzione. E mentre in Aula erano in discussione i nuovi provvedimenti, fuori dall'Assemblea di Budapest si è riunita una folla per protestare contro gli emendamenti proposti dal partito di governo, Fidesz. Le nuove misure spaziano dall’uso dei sistemi di riconoscimento facciale per identificare chi partecipa agli eventi del pride fino alla sospensione della cittadinanza per chi è ritenuto una minaccia per la sicurezza o la sovranità del Paese. Si tratterebbe del quindicesimo emendamento dal 2011, da quando l’Ungheria si è dotata della nuova Costituzione voluta da Fidesz, il partito del premier al potere da 15 anni. Associazioni e attivisti hanno descritto quest’ennesima mossa di Orbán come una “significativa escalation” del governo per reprimere il dissenso e intaccare i diritti umani. E mentre
La stretta anti-Lgbtq
La nuova formula che verrebbe inserita in Costituzione è la protezione del “diritto dei bambini all’identità personale in base al loro sesso alla nascita” e la garanzia di “un’educazione secondo i valori basati sull’identità costituzionale e sulla cultura cristiana del nostro Paese”. La protezione dei minori da quella che Orbán definisce “propaganda sessuale” era già stata la molla che aveva spinto Budapest a vietare la marcia del Pride. Ora l’emendamento va ben oltre il divieto dei raduni della comunità lgbtqia+ perché arriverebbe ad autorizzare l’utilizzo di software di riconoscimento facciale per individuare i partecipanti e multarli. Non solo. L’emendamento inserisce in Costituzione anche il binarismo di genere maschio o femmina. "Il sesso di nascita di un essere umano è una dotazione biologica che, in conformità con l'ordine della creazione, può essere maschile o femminile", si legge nella proposta di modifica, "è dovere dello Stato garantire la protezione legale di questo ordine naturale e impedire che si cerchi di suggerire che sia possibile cambiare il sesso di nascita. La fissità del sesso biologico garantisce il sano sviluppo della società e il mantenimento delle norme fondamentali della comunità". Nella stessa sessione parlamentare che dovrà adottare la nuova modifica costituzionale verrà anche votata la revoca dell’immunità per alcuni deputati dell’opposizioni, verso cui il presidente della Camera László Kövér ha presentato una denuncia penale dopo che avevano protestate con fumogeni contro il divieto dei Pride.
Sospensione della cittadinanza
Un altro punto critico, che verrebbe introdotto con questa nuova modifica costituzionale, è la possibilità di sospendere la cittadinanza a chi ha un doppio passaporto e “rappresenta una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza pubblica o la sicurezza nazionale in Ungheria”. Il Comitato Helsinki ungherese, un'organizzazione per i diritti umani, ha definito l'emendamento come un mezzo per "regolamentare la paura" nel Paese. “Queste leggi rappresentano una significativa escalation negli sforzi del governo per reprimere il dissenso, indebolire la tutela dei diritti umani e consolidare la propria presa sul potere”, ha affermato in una nota. Tra le cause che potrebbero portare alla revoca della cittadinanza c’è l’aver prestato servizio nell’esercito o nella pubblica amministrazione di un altro Paese, fare o aver fatto parte di un’organizzazione terroristica estera, tradimento, eccetera. Ma anche – ed è l’aspetto più critico, quello che secondo molte associazioni avvicinerebbe l’Ungheria di Orbán alla Russia di Putin – chi “agisce nell’interesse o persegue gli obiettivi di una potenza o di un’organizzazione straniera, in modo incompatibile con la cittadinanza ungherese”. L'emendamento mira a reprimere quelli che Orbán ha definisce tentativi stranieri di influenzare la politica ungherese: solo qualche giorno fa il premier ungherese si era impegnato a "eliminare l'intero esercito ombra" di "politici, giudici, giornalisti, preudo-Ong e attivisti politici" finanziati dall'estero. “Espellere i propri cittadini dal loro Paese può costituire una forma di esilio e di trattamento inumano e può essere contrario alle convenzioni sui diritti umani che vincolano lo Stato interessato – si legge in una dichiarazione rilasciata da un gruppo di avvocati, tra cui la figlia e il genero del presidente ungherese, Tamás Sulyok –. Allo stesso modo, ricordiamo che il contenuto essenziale di altri diritti umani, tra cui la libertà di riunione o di espressione, non può essere limitato dalla legge o inferiore al livello minimo di protezione richiesto dal diritto internazionale”. Come scrive l'Afp, uno dei primi obiettivi della nuova misura potrebbe essere George Soros, il multimiliardario dalla doppia cittadinanza americana ed ungherese, da anni nel mirino della destra sovranista.