Donald Trump cambia di nuovo rotta in tema dazi, dicendosi possibilista sull’ipotesi di esentare temporaneamente le case automobilistiche dalle imposte doganali, attualmente al 25%. L’opzione è sul tavolo: "Sto valutando una soluzione che possa aiutare alcune case automobilistiche in questo senso”. Il presidente statunitense motiverebbe il suo dietrofront con una concessione di tempo per trasferire la produzione da Canada, Messico e altri Paesi. Niente di ancora deciso, ma tanto è bastato ai titoli dei produttori di auto per rialzarsi a Wall Street. Nel balzo generale delle azioni, si è risollevata anche Stellantis, che nella serata di ieri (14 aprile) ha guadagnato il 2,8%.
In Giappone i titoli di Toyota Motor, Suzuki Motor e Honda Motor hanno registrato un rialzo prossimo al 5%. In Corea del Sud, Hyundai Motor e Kia Motor hanno guadagnato oltre il 4%, mentre i fornitori Hyundai Mobis e Hyundai Wia hanno guadagnato circa il 3,6%. Un sospiro di sollievo per il settore, tra i più colpiti dagli effetti dei dazi Usa. “C'è una crescente consapevolezza che dazi estesi sui componenti potrebbero minare il nostro obiettivo comune di costruire un'industria automobilistica americana fiorente e in crescita, e che molte di queste transizioni della catena di approvvigionamento richiederanno tempo”, ha commentato Matt Blunt, presidente dell'American Automotive Policy Council, associazione che rappresenta Ford, General Motors e Stellantis.
In arrivo nuovi dazi: a rischio chip e farmaci
La guerra commerciale continua su altri fronti. La prossima mossa di Trump colpirebbe il settore farmaceutico e quello dei semiconduttori, su cui arriveranno “molto presto” delle tariffe mirate. “Stiamo andando alla grande. Incassiamo miliardi di dollari al giorno, quando prima ne perdevamo due. Una volta che si sono abituati, i mercati hanno reagito molto bene. Siamo un grande Paese, ma siamo stati governati da persone inette”, ha commentato l’inquilino della Casa Bianca. Al momento, i dazi Usa sono al 10% su tutti i partner commerciali degli Stati Uniti ad eccezione della Cina, penalizzata con il 145%. Esclusi, però, diversi dispositivi elettronici, come telefoni, tablet e computer.
La reazione di Seul
La Corea del Sud ha stanziato altri 4,9 miliardi di dollari per l'industria nazionale dei semiconduttori in risposta alla "crescente incertezza" sui dazi statunitensi. ”È stato elaborato un aggressivo piano di investimenti fiscali per aiutare le aziende locali ad affrontare le crescenti sfide nella corsa globale ai semiconduttori", ha annunciato il ministero delle Finanze in una nota. Seul, che è un importante esportatore verso gli Usa, vede le sue principali industrie di microchip e automotive particolarmente esposte alle imposte volute dal tycoon.