I rettori: "Nei nostri atenei docenti e studenti sono liberi di scambiare idee e opinioni senza timore di ritorsioni". Tra i firmatari anche i prestigiosi atenei della Ivy League Princeton, Brown e Harvard. Assente la Columbia, scesa a patti con il governo per sbloccare 400 milioni di fondi

Le università statunitensi si schierano, unite, contro l'attacco alla loro indipendenza da parte della Casa Bianca. Cento rettori di college e atenei hanno firmato una dichiarazione in cui denunciano ingerenze politiche e governative dell'amministrazione Trump. "Ci esprimiamo con una sola voce contro l'ingerenza governativa e l'interferenza politica senza precedenti che stanno mettendo a repentaglio l'istruzione superiore americana. Siamo aperti a riforme costruttive e non ci opponiamo al legittimo controllo governativo. Tuttavia, dobbiamo opporci all'indebita ingerenza governativa nelle vite di coloro che studiano, vivono e lavorano nei nostri campus", si legge nella lettera. "Cercheremo sempre pratiche finanziarie efficaci ed eque, ma dobbiamo rifiutare l'uso coercitivo dei finanziamenti pubblici per la ricerca". 

La dichiarazione congiunta

La lettera riporta anche le firme dei leader dei prestigiosi atenei della Ivy League Princeton, Brown e Harvard, la prima università a fare causa al governo per aver congelato 2,2 miliardi di fondi destinati alla ricerca. L'ateneo, secondo gli uomini di Trump, non avrebbe fatto nulla per arginare l'antisemitismo nei campus. Tra i firmatari della lettera manca la Columbia, che ha accettato le richieste dell'amministrazione per riottenere 400 milioni di dollari di finanziamenti federali sospesi. La dichiarazione è stata pubblicata martedì mattina - 22 aprile - dall'American Association of Colleges and Universities, l'Aac&u. 

 

"Il sistema di istruzione superiore americano è vario quanto gli obiettivi e i sogni degli studenti di cui è a disposizione. Alcune istituzioni sono progettate per tutti gli studenti, mentre altre sono dedicate a gruppi specifici. Tuttavia, le istituzioni di istruzione superiore americane hanno in comune la libertà essenziale di determinare, su base accademica, chi ammettere e cosa insegnare, come e da chi. I nostri college e università condividono l'impegno a fungere da centri di ricerca aperta dove, nella loro ricerca della verità, docenti, studenti e personale sono liberi di scambiare idee e opinioni su un'ampia gamma di punti di vista senza timore di ritorsioni, censura o espulsione", si legge ancora nella lettera. Grazie a queste libertà, le istituzioni americane di istruzione superiore sono essenziali per la prosperità americana e fungono da partner produttivi con il governo nella promozione del bene comune".

 

L'istruzione, sostengono i rettori, è un'istituzione fondamentale per plasmare la società di oggi e dare forma a quella di domani: "College e università sono motori di opportunità e mobilità, istituzioni di riferimento che contribuiscono alla vitalità economica e culturale. In sostanza, preparano una cittadinanza istruita per sostenere la nostra democrazia".

La prima dichiarazione congiunta

Si tratta della prima volta che i rettori si pronunciano collettivamente sulla questione, sebbene alcuni dirigenti universitari abbiano già criticato le decisioni della Casa Bianca nelle ultime settimane e dichiarato che non ne accetteranno le richieste dell'amministrazione Trump. La condanna congiunta è arrivata dopo una convocazione, la scorsa settimana, di oltre 100 dirigenti universitari, chiamati dall'Aac&u e dall'American Academy of Arts and Sciences per "riunirsi e parlare apertamente in questo momento di enorme portata", ha dichiarato Lynn Pasquarella, presidente dell'Aac&u. "Si è scritto molto su questa strategia di 'inondare la zona' utilizzata negli attuali attacchi all'istruzione superiore ed è una strategia progettata per sopraffare i dirigenti dei campus con una raffica costante di direttive, ordini esecutivi e annunci politici che rendono impossibile rispondere a tutto contemporaneamente", ha detto, spiegando perché ci sia voluto fino ad ora per una risposta congiunta.

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