Il sole che illumina Les Invalides, tomba di Napoleone, la Tour Eiffel sullo sfondo e una marea di bandiere con il tricolore francese: questo è il quadro in cui si è svolta domenica 6 aprile la manifestazione in sostegno a Marine Le Pen, leader del Rassemblement National giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici. Organizzata dal suo partito a Place Vaubin, la manifestazione ha raccolto elettori e simpatizzanti, che sono scesi in una delle piazze più chic di Parigi per esprimere il loro disaccordo con la sentenza del tribunale di Parigi. “Siamo qui per sostenere Marine”, dice Colette, manifestante. “La giustizia vuole impedirle di correre alle elezioni legislative del 2027, ma noi vogliamo che sia presente”. Lunedì 31 marzo, infatti, i giudici hanno condannato Marine Le Pen ad un’ineleggibilità di cinque anni con esecuzione provvisoria, come previsto dalla Loi Sapin II. Candidata preferita dai francesi secondo i sondaggi, la pena di ineleggibilità mette seriamente a rischio la candidatura di Le Pen alle prossime elezioni presidenziali. Davanti a questa ipotesi, il Rassemblement National grida allo scandalo.
Un processo politico (secondo il Rassemblement National)
“Quello che ha subito Marine Le Pen è un processo politico”, dice Colette alla manifestazione. Le sue parole fanno eco a tutti i discorsi dei dirigenti del partito che, uno dopo l’altro, hanno preso la parola sul palco davanti a Les Invalides, per denunciare la sentenza del tribunale di Parigi. L’idea condivisa da Jordan Bardella, delfino di Le Pen, Eric Ciotti, ex presidente dei Repubblicani ora facente parte del RN, Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen, e da tanti altri politici presenti è chiara: la decisione del tribunale non è oggettiva ma politica e mira ad impedire alla leader RN di correre per le presidenziali del 2027. “Il 31 marzo 2025 rimarrà una data cupa nella storia della Francia. L'ingiusta e scandalosa decisione del tribunale contro Marine Le Pen, volta a eliminarla dalla corsa alle presidenziali, è innanzitutto un attacco diretto alla democrazia e una ferita per milioni di francesi patriottici", afferma Jordan Bardella dal palco, prima di affermare che la manifestazione conta 10.000 partecipanti, anche se la piazza in gran parte vuota sembra tradirlo.

Dopo il suo delfino, anche Marine Le Pen prende la parola, confidando di non riuscire a trattenere l’emozione. La leader si proclama innocente e denuncia l’ingiustizia subita. “Non mi arrenderò: questa decisione ha calpestato il mio popolo, il mio Paese e il mio onore”, urla, prima di ringraziare tutti i francesi (secondo lei “più di 50.000”) che hanno firmato negli scorsi giorni la petizione in suo sostegno. I tricolori si agitano durante il suo discorso, ridiffuso da diversi maxi schermi presenti nella piazza. Da quegli stessi schermi, alcuni leader della destra sovranista europea dichiarano in video il loro appoggio a Le Pen, tra di loro anche il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Matteo Salvini, il più applaudito insieme al leader ungherese Viktor Orbán.
Dall’altra parte della Senna, una manifestazione che condanna Le Pen
In risposta alla manifestazione di Place Vaubin, un’altra manifestazione si riunisce dall’altra parte della Senna: l’incontro organizzato dalla coalizione di sinistra per criticare Marine Le Pen. “Le Pen chiama a partecipare a una manifestazione che è contraria alla giustizia e allo stato di diritto”, dice Marine Tondelier, segretaria del Partito Ecologista francese. “È normale mobilitarsi”. L’appuntamento è a Place de la République, nella parte nord della città, da dove partono storicamente le manifestazioni organizzate dai sindacati. Secondo le parole di Tondelier, la manifestazione riunisce 15 mila persone, anche se, come nel caso di Place Vaubin, la piazza in parte vuota suggerisce un numero minore di partecipanti.
A République, in mezzo alla bandiera del partito comunista, della France Insoumise, dei Verdi, e a qualche tricolore, un ragazzo tiene un cartellone su cui si legge: “lo scandalo non è la pena, ma Le Pen”. “È un gioco di parole per dire che oggi sentiamo solo parlare della pena che Le Pen ha ricevuto, l'ineleggibilità, ma non del vero problema, cioè l’appropriazione indebita di fondi pubblici. Questo è il vero scandalo”, spiega il manifestante.

Come a piazza Vaubin, anche a République i dirigenti dei partiti di sinistra si passano il microfono, denunciando Marine Le Pen e la strategia messa in atto dal Rassemblement National che definisce il processo come politico. “Il comportamento di Le Pen è sprezzante nei confronti della giustizia”, dice Marie, manifestante. “È per questo che siamo qui oggi. La nostra è una manifestazione di indignazione e protesta”.