“In assenza di un cessate il fuoco esploriamo ulteriori sanzioni” da imporre contro la Russia. La Commissione europea l’aveva preannunciato, tramite Anitta Hipper, la portavoce dell’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, e Paula Pinho, capo del servizio del portavoce della Commissione europea, l’aveva promesso. E questa mattina – 14 maggio – i 27 Paesi dell’Unione europea hanno approvato il 17esimo pacchetto di misure contro Mosca. Le nuove sanzioni europee, oltre a colpire ancora la cosiddetta “flotta ombra” del Cremlino, prevedono anche misure relative alle attività ibride della Russia, alle violazioni dei diritti umani e all’uso di armi chimiche.
Queste sanzioni sono indipendenti da quelle “massicce” previste nel caso in cui Mosca decidesse di rifiutare il cessate il cessate il fuoco di 30 giorni sul tavolo delle trattative. Il nuovo pacchetto, in discussione da diverse settimane, prende di mira quasi 200 nuove navi fantasma utilizzate dalla Russia e una trentina di entità accusate di aiutare Mosca ad aggirare le sanzioni già in vigore. In totale, come riporta Afp, sono quasi 345 le navi nel mirino dell’Ue. Secondo un rapporto della Kiev School of Economics, sono state identificate circa 430 navi che compongono questa “flotta fantasma” in tutto il mondo.
Già ieri Vladimir Putin si era scagliato contro l’ipotesi di nuove misure aveva definito gli europei “idioti” che “si fanno male con le loro stesse sanzioni”. “Non si deve avere paura di nuove sanzioni – aveva detto il presidente russo in un incontro con i membri della Delovaya Rossiya (Russia degli Affari), che rappresenta migliaia di piccole e medie imprese – ma bisogna essere preparati a tutto. Chi comincia ad avere paura perderà subito tutto”. Secondo Putin, le maggiori economie mondiali stanno entrando in recessione solo per danneggiare Mosca: “Dobbiamo ovviamente tenerlo presente: possono fare ciò di cui parlano pubblicamente. E noi, ovviamente, dobbiamo almeno minimizzare le conseguenze negative”. Poi un riferimento agli Stati Uniti che continuano a comprare uranio russo: “Nonostante tutto, gli Stati Uniti hanno agito in modo molto pragmatico, senza dimenticare se stessi. Continuiamo a fornire combustibile nucleare agli Stati Uniti”, ha detto il leader del Cremlino. “Perché? Perché è redditizio”, ha aggiunto. Gli Usa avevano limitato le importazioni di uranio russo, ma le restrizioni prevedono un’eccezione, con le spedizioni che sono possibili grazie a licenze rilasciate una tantum dal Federal Office of Economics and Export Control.