Il presidente Usa riserva parole di condanna anche a Zelensky: "Tutto ciò che esce dalla sua bocca causa problemi". E concede a von der Leyen una proroga dei dazi al 50% fino al 9 luglio, che fa rialzare i prezzi del petrolio sui mercati asiatici

Ucraina, Trump attacca Putin per i raid su Kiev: "È impazzito. Se continua, la Russia cadrà"

Vladimir Putin "è impazzito. Sta uccidendo molte persone. Missili e droni contro le città in Ucraina per nessuna ragione". Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha riservato parole dure all'omologo russo, dopo l'ultima offensiva di Mosca sul Paese invaso. Domenica, 25 maggio, un massiccio attacco aereo ha causato almeno 13 morti - a poche ore di distanza da un ultimo scambio di prigionieri -. Nel fine settimana, secondo i dati dell'aeronautica ucraina, il Paese ha subito un attacco combinato di 367 proiettili, tra cui 69 missili e 298 droni. Nella notte tra venerdì e sabato (23 e 24 maggio), sono stati rilevati circa 250 droni e 14 missili balistici, la maggior parte dei quali mirava alla capitale: proprio nell'area di Kiev, gli attacchi russi hanno causato quattro morti e 26 feriti. 

 

"Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Vladimir Putin della Russia, ma gli è successo qualcosa. È diventato assolutamente pazzo! Sta uccidendo inutilmente un sacco di gente, e non sto parlando solo dei soldati. Missili e droni vengono lanciati nelle città ucraine, senza alcuna ragione. Ho sempre detto che vuole tutta l'Ucraina, non solo un pezzo di essa, e forse questo sta dimostrando di essere giusto, ma se lo fa, porterà alla caduta della Russia!", ha scritto Trump sul social di sua proprietà, Truth. Prima di pubblicare il post, l'inquilino della Casa Bianca - rispondendo ai giornalisti da Morristown, in New Jersey - aveva messo in campo l'ipotesi di imporre nuove sanzioni alla Russia: "Assolutamente, sta uccidendo molte persone. Non so cosa gli sia preso. Che diavolo gli è successo? Sta uccidendo un sacco di persone e non sono contento di questo".

 

Gli attacchi - via social - non hanno risparmiato neanche il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, che ha denunciato il silenzio statunitense sugli attacchi, "un silenzio che incoraggia" la Russia. "Allo stesso modo - ha continuato il tycoon -, Zelensky non sta facendo alcun favore al suo Paese parlando come fa. Tutto ciò che esce dalla sua bocca causa problemi, non mi piace ed è meglio che finisca". Per poi rivendicare i suoi sforzi di pace in un conflitto in cui, sostiene, non dovrebbe avere alcun coinvolgimento: "È una guerra che non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente. Questa è la guerra di Zelensky, Putin e Biden, non quella di Trump, sto solo aiutando a spegnere i grandi e brutti incendi, che sono stati iniziati attraverso la grossolana incompetenza e l'odio".

 

Ma se quella in Ucraina è "di Zelensky, Putin e Biden", ma non "di Trump", come scrive su Truth, di certo è sua, invece, la guerra commerciale in cui i dazi hanno il ruolo di protagonisti. Ieri, 25 maggio, l'Unione europea è riuscita a ottenere un'altra tregua. Durante una telefonata - alla quale, ha avvertito il tycoon, faranno seguito "negoziati seri", la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è riuscita a strappare a Trump una proroga al 9 luglio dei dazi fino al 50% che l'inquilino della Casa Bianca aveva minacciato di imporre ai 27 Stati membri già dal primo giugno. "L'Europa è pronta a portare avanti i negoziati in modo rapido e deciso. Per raggiungere un buon accordo, avremo bisogno di tempo fino al 9 luglio", ha dichiarato su X von der Leyen. "L'Ue e gli Stati Uniti intrattengono le relazioni commerciali più importanti e strette al mondo", ha ricordato.

 

All'inizio di maggio, l'Unione aveva minacciato di tassare per 95 miliardi di euro le importazioni Usa, tra cui automobili e aerei, in caso di fallimento dei negoziati commerciali con Trump. La Commissione aveva anche annunciato che avrebbe audito l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) contro le misure commerciali di cui è vittima da parte degli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, è stata però colpita tre volte dai dazi doganali dell'amministrazione Usa: il 25% sull'acciaio e l'alluminio, annunciato a metà marzo, il 25% sulle automobili e poi il 20% su tutti gli altri prodotti europei, ad aprile. Quest'ultima sovrattassa è stata sospesa fino a luglio per avviare negoziati. Tuttavia, restano in vigore dazi del 10% sulla maggior parte dei beni esportati negli Stati Uniti dai Ventisette.

 

Il rinvio ottenuto da von der Leyen ha avuto effetto immediato sulla borsa: i prezzi del petrolio sono in rialzo sui mercati asiatici. La mossa ha infatti attenuato le preoccupazioni sulla temuta guerra commerciale che potrebbe frenare la crescita economica globale e indebolire la domanda di energia. I future sul Wti passano di mano a 61,75 dollari al barile in rialzo dello 0,37%, quelli sul Brent a 65,06 dollari (+0,44%). I prezzi del greggio sono sostenuti anche dai crescenti rischi geopolitici in Medio Oriente: nella notte tra il 25 e il 26 maggio, l'esercito israeliano ha dichiarato di voler conquistare il 75% della Striscia di Gaza entro i prossimi due mesi, sollevando preoccupazioni di un'ulteriore escalation nella regione. A questo si aggiungono le notizie degli scarsi progressi nei colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran, che avrebbero attenuato i timori di un ritorno di petrolio iraniano sui mercati globali.

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