L’uscita di scena del patron di Tesla e Space X evidenzia fratture politiche, progetti incompiuti e tutti i dubbi sul futuro del controverso dipartimento per l’Efficienza governativa

Musk lascia Trump, l'addio a Washington tra polemiche e promesse non mantenute

Mercoledì 28 maggio è stato l'ultimo giorno di Elon Musk da dipendente federale dell'amministrazione americana. Lo ha annunciato usando il suo megafono personale, con un post su X: "Con il finire del mio periodo come funzionario speciale del governo, vorrei ringraziare il presidente Trump per l'opportunità di ridurre gli sprechi. La missione del Doge si rafforzerà nel tempo, diventando uno stile di vita per tutto il governo". Secondo quanto riportato da Politico, a Washington la notizia ha causato un certo entusiasmo, soprattutto tra quei funzionari pubblici che consideravano Musk un avversario interno. La separazione è apparentemente consensuale, ma dietro le dichiarazioni cordiali emergono tensioni personali e politiche. 

 

Da megafono a megafono, anche Donald Trump ha scelto di esprimersi a riguardo con il suo social personale Truth: "Questo sarà il suo ultimo giorno, ma non proprio, perché sarà sempre con noi, aiutandoci fino in fondo". Alle 13:30 locali (19:30 in Italia) di oggi, venerdì 30 maggio, ci sarà una conferenza stampa nello Studio Ovale, dove presidente ed ex braccio destro chiariranno le rispettive posizioni. 

Le frustrazioni di Musk

L'addio non è stato improvviso, né inatteso. In un’intervista ad Ars Technica, Musk ha ammesso di aver dedicato "troppo tempo" alla politica, con ripercussioni negative sulla reputazione personale e sulle sue aziende. Proprio la frustrazione verso gli ostacoli burocratici incontrati a Washington sembra aver motivato la decisione di tornare a occuparsi principalmente di Tesla, SpaceX e della sua startup di intelligenza artificiale xAI. L'ultima amarezza, per molti osservatori decisiva, è stata legge di bilancio voluta da Trump e dai repubblicani. Secondo Musk, intervistato da CBS News, il provvedimento è "deludente" perché aumenta il deficit federale, vanificando l’opera di riduzione degli sprechi svolta dal suo Dipartimento per l’Efficienza. 

I fallimenti del Doge

Proprio il DOGE, annunciato come rivoluzionario, avrebbe dovuto tagliare la spesa pubblica di 2mila miliardi di dollari, poi ridotti a mille e infine a soli 150 miliardi. I risultati, però, hanno tradito le aspettative. Molti dei tagli si sono rivelati problematici o errati, causando il blocco di interi settori cruciali, come quello degli aiuti internazionali. La magistratura, poi, ha già impugnato diversi licenziamenti operati dal DOGE. 

Le crepe in Medio Oriente

Musk si è scontrato con Trump anche sulla scena internazionale, opponendosi senza successo a un grande progetto di OpenAI (società fondata dal suo rivale Sam Altman) ad Abu Dhabi per la costruzione di un centro dati di intelligenza artificiale. Secondo il Wall Street Journal, il fondatore di xAI ha cercato inutilmente di includere la sua azienda nell’accordo, mostrando irritazione per essere stato messo da parte. In Medio Oriente, Musk ha accompagnato Trump, ma non è stato quasi mai menzionato in pubblico dal presidente e i funzionari dei Paesi del Golfo sembravano più interessati a cercare un contatto con Steve Witkoff, inviato speciale nella regione. Più che una luna di miele, il primo viaggio presidenziale è stato il preludio di una rottura. 

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