La Us Court of Interntational Trade, ovvero la Corte del Commercio internazionale degli Stati Uniti, ha decretato il blocco dei dazi imposti dal presidente Donald Trump. Il tribunale federale - con sede a Manhattan - ha stabilito che la legge a cui si è appellato Trump per introdurre imposte doganali sulle merci di 185 Paesi nel cosiddetto Liberation Day (2 aprile), l'International Emergency Powers Act del 1977, dà all'inquilino della Casa Bianca il diritto di regolamentare il commercio in caso di emergenza nazionale, ma non l'autorità di tassare unilateralmente altri Stati. L'amministrazione Trump ha già presentato ricorso contro la sentenza presso la Corte d'appello. Non è escluso che il caso possa arrivare Corte Suprema.
Immediata la replica di Washington. "Non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un'emergenza nazionale. Il presidente Trump si è impegnato a mettere l'America al primo posto e l'amministrazione si impegna a utilizzare ogni leva del potere esecutivo per affrontare questa crisi e ripristinare la grandezza dell'America", ha affermato un portavoce della Casa Bianca. Il verdetto, però, è stato raggiunto all’unanimità da tre giudici, uno dei quali, Timothy Reif, nominato proprio da Trump.
La decisione arriva in un momento di tensione tra Trump e Ursula von der Leyen, che aveva ottenuto una proroga fino al 9 luglio dei dazi al 50% sull'Unione europea, nel tentativo di sfruttare il tempo che manca a questa data per negoziare la condizione migliore possibile per i 27 Stati membri.
Secondo alcuni esperti, quanto stabilito dal tribunale comporterebbe che il governo statunitense potrebbe dover ripagare quanto già raccolto con i dazi. A fare ricorso è stata V.O.S. Selections, azienda di distribuzione di vini con sede a New York, insieme a una serie di piccole aziende, mentre un'altra denuncia è stata presentata dallo Stato dell’Oregon e da altri 11 Stati a guida democratica che contestavano la costituzionalità delle azioni del presidente. Oltre che da Reif, la decisione è stata presa anche da Gary Katzmann (nominato da Obama) e da Jane Restani (nominata da Reagan).
"Nei due casi presentati la questione sottoposta alla Corte è se l'International Emergency Economic Powers Act del 1997 delega al presidente sotto forma di autorità il potere di imporre dazi illimitati sulle merci provenienti da quasi tutti i paesi del mondo. La Corte non interpreta" la legge del 1977 "come un atto che conferisce tale autorità illimitata e annulla i dazi contestati imposti sulla sua base", si legge nella decisione contenuta in 50 pagine, che mette le ali ai future di Wall Street e al dollaro.
Non sono solo i giudici a voltare le spalle a Trump: "Con il finire del mio periodo come funzionario speciale del governo, vorrei ringraziare il presidente Trump per l'opportunità di ridurre gli sprechi. La missione del Doge si rafforzerà nel tempo, diventando uno stile di vita per tutto il governo", ha affermato Elon Musk su X, confermando le voci, ormai da tempo in circolazione, del suo allontanamento dalle stanze della Casa Bianca. Un addio arrivato dopo che il fondatore di Tesla e capo del Dipartimento per l'efficienza governativa (Doge) aveva duramente criticato la legge sulla spesa dell'amministrazione Usa, che manderebbe in fumo "il lavoro di spending review" fatto proprio dal Doge.