Gli Stati Uniti "stanno scoperchiando di nuovo il vaso di Pandora". Con queste parole, il portavoce del ministero della Difesa cinese Zhang Xiaogang ha criticato il progetto “Golden Dome”, il nuovo scudo missilistico americano voluto dal presidente Donald Trump. Durante il briefing mensile a Pechino, Zhang ha accusato Washington di voler espandere il proprio apparato militare nello spazio, mettendo a rischio la stabilità globale e violando i principi del Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico.

Secondo Pechino, l’iniziativa aumenta la possibilità di trasformare lo spazio in un campo di battaglia e potrebbe innescare una nuova corsa agli armamenti tra le potenze mondiali. Il monito arriva in risposta all’ambizioso piano presentato da Trump, che punta a costruire in tre anni un sistema di difesa ispirato all’Iron Dome israeliano, ma con copertura continentale e capacità di intercettare anche missili ipersonici e lanciati dallo spazio.

Il progetto prevede un investimento iniziale di 25 miliardi di dollari già inserito nella legge di bilancio in discussione al Congresso, con un costo totale stimato fino a 175 miliardi. Tra i principali candidati alla realizzazione c'è SpaceX, l'azienda aerospaziale di Elon Musk, che fino ad oggi, 29 maggio, è stato capo del Dipartimento per l'efficienza governativa (Doge). Un intreccio tra interessi pubblici e privati che ha preoccupato l'opposizione democratica. 

Trump ha definito il Golden Dome "fondamentale per la sopravvivenza del Paese", assicurando che sarà "tutto made in Usa" e auspicando che venga completato entro la fine del suo mandato. Ma per la Cina, l’iniziativa rischia di alterare gli equilibri internazionali e aprire un nuovo capitolo di competizione militare nello spazio, con conseguenze ancora tutte da prevedere.