Non una breve operazione militare o un attacco di lieve entità. Secondo l'Idf - le forze di difesa israeliane -, quella iniziata contro l'Iran nella notte tra il 12 e il 13 giugno è una guerra: "L'aeronautica ha lanciato un attacco preventivo storico per eliminare questa minaccia esistenziale contro lo Stato di Israele. L'operazione è stata pianificata nel corso di una difficile guerra multi-frontale. Non si tratta di un'operazione: è una guerra pianificata e condotta a 1.500 chilometri da casa". Le vittime dei bombardamenti non sono casuali, secondo Tel Aviv, ma dei veri e propri target entrati nel mirino per il loro ruolo: "Per primi abbiamo eliminato i comandanti e gli scienziati. È un'azione in evoluzione. Abbiamo scelto il miglior momento per noi e colpito il sito di Natanz, non l'avremmo fatto senza la certezza di poter portare a termine la missione", hanno aggiunto gli alti ufficiali dell'Idf, a colloquio con Ynet.
Il portavoce dell'esercito israeliano Effie Defrin, poi, è stato chiaro sui rischi di quest'ulteriore escalation nel Medio Oriente: "L'operazione è ancora all'inizio. Teheran si sta preparando a una risposta, a un attacco contro di noi. La popolazione israeliana deve agire con sangue freddo, la difesa non è ermetica". Intanto, gli attacchi contro Teheran continuano: "Abbiamo danneggiato in modo significativo il sito nucleare di Natanz. Non abbiamo altra scelta che agire contro questa minaccia", ha detto, "dobbiamo prepararci a un'operazione prolungata poiché l'azione militare è ancora nelle sue fasi iniziali".
La reazione di Teheran
"La risposta legittima e potente dell'Iran farà pentire il nemico della sua azione sconsiderata", ha affermato il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, commentando gli attacchi in un discorso alla Nazione. "Il popolo dovrebbe evitare di dare peso alle voci che circolano nella guerra psicologica del nemico. Il popolo iraniano e i funzionari del Paese non rimarranno in silenzio di fronte a questo crimine". Le forze israeliane, tra le varie azioni preventive messe in atto, hanno deciso di spostare l'aereo presidenziale ad Atene: "Wing of Zion è decollato dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per evitare il rischio di essere colpito in un'eventuale controffensiva iraniana".
