Non si fermano i bombardamenti reciproci tra Israele e Iran. Al quarto giorno ininterrotto di raid, sono almeno 224 i morti e circa mille i feriti nella Repubblica islamica, come ha annunciato il ministero della Salute iraniano. Nella notte tra il 15 e il 16 giugno, a essere presi di mira da Tel Aviv sono stati i centri di comando a Teheran delle forze Quds, il braccio operativo all’estero delle Guardie rivoluzionarie che, ieri, hanno perso anche il capo dell’intelligence. Ma i caccia dell’aeronautica israeliana hanno anche attaccato - e distrutto - centri di produzione di missili terra-terra, siti radar e lanciamissili terra-aria nella capitale iraniana.
Otto vittime per gli attacchi iraniani
Anche l’Iran ha attaccato a più ondate Israele. Il bilancio delle vittime dell’ultima giornata, come reso noto dal servizio di soccorso Magen David Adom, è di cinque vittime - che arrivano a 24 se sommate a quelle da venerdì scorso - e oltre cento feriti, con alcuni missili di Teheran che sono riusciti a bucare le difese aeree israeliane e hanno colpito diverse zone del Paese, tra cui Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. “Una nuova ondata di attacchi da parte delle Guardie rivoluzionarie ha permesso ai missili di colpire con successo ed efficacia obiettivi” in Israele, ha dichiarato l’esercito in una nota. Secondo quanto riporta il Guardian, negli ultimi raid notturni l’Iran avrebbe utilizzato un nuovo metodo che ha reso inefficaci i sistemi difensivi.
Katz: "I residenti di Teheran pagheranno il prezzo"
Ora Israele alza il tiro e, tramite il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, arriva a minacciare direttamente i civili. “Il tronfio dittatore di Teheran - ha scritto su Telegram - si è trasformato in un codardo assassino, che colpisce in modo deliberato gli edifici civili israeliani nel tentativo di dissuadere (l'esercito israeliano, ndr) dal continuare l'offensiva che ne sta minando il potenziale (offensivo, ndr). I residenti di Teheran ne pagheranno il prezzo, e presto”.
Il messaggio di Pezeshkian
In un messaggio di fronte al Parlamento di Teheran per denunciare l'offensiva militare e gli "assassinii" avviati da Israele venerdì scorso, il presidente Masoud Pezeshkian ha ribadito che l’Iran non sta “cercando di dotarsi” di armi nucleari, come invece denunciato da Tel Aviv. "Il nemico non può cancellare noi e la nostra nazione con violenza, uccisioni e assassinii" ha detto Pezeshkian. "Perché per ogni eroe la cui bandiera cade, ci sono centinaia di altri eroi pronti a raccogliere quella bandiera e a opporsi alla crudeltà, all'ingiustizia, al crimine e al tradimento che questi codardi stanno commettendo”. Il presidente iraniano ha tuttavia promesso che il Paese continuerà ad arricchire l'uranio per scopi energetici, affermando che l’Iran ha il "diritto di beneficiare dell'energia nucleare".
Diplomazia in salita
Intanto la diplomazia prova a fare i suoi difficili passi. Il dossier mediorientale sarà uno dei temi più scottanti al G7 che si apre oggi - 16 giugno - in Canada. Ma le posizioni, anche qui, sono distanti. Il presidente americano Donald Trump, dopo aver sentito al telefono Vladimir Putin, ha aperto a un ruolo da mediatore che potrebbe giocare il presidente russo, stretto alleato dell’Iran. Ma la proposta è stata subito rimandata al mittente dal presidente francese, Emmanuel Macron, secondo “la Russia non può mediare”.