Le autorità israeliane confermano che uccidere la Guida suprema iraniana è una delle soluzioni sul tavolo. Il premier israeliano ringrazia ancora Trump. E Teheran minaccia la chiusura dello Stretto di Hormuz

Netanyahu: "Eliminare Khamenei? Tutte le opzioni aperte". E Katz rilancia: "Un uomo del genere non può più essere lasciato in vita"

"Tutte le opzioni sono aperte, è meglio non parlarne sui media". Per Netanyahu non può essere esclusa la possibilità di eliminare la Guida suprema iraniana Ali Khamenei. Lo ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti durante la sua visita all’ospedale Soroka di Beersheba, danneggiato da un missile iraniano nella mattinata di oggi, 19 giugno. L’attacco ha ferito almeno 240 persone, quattro delle quali in modo grave. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato che uno dei missili iraniani utilizzati era una bomba a grappolo, ovvero un ordigno in grado di rilasciare numerose submunizioni su un’area vasta. "Alcune munizioni potrebbero non essere esplose. Non toccate oggetti sospetti: chiamate subito i soccorsi", è stato l'avvertimento alla popolazione. 

 

Il premier israeliano, accanto al personale sanitario e ai pazienti evacuati, ha ribadito il forte legame con gli Stati Uniti e ha lodato l’impegno del presidente Donald Trump nel difendere Israele. Riguardo a un eventuale intervento diretto americano contro l’Iran, ha glissato: "Dipende da Trump, lui conosce il gioco". Parole ancora più dure sono arrivate dal ministro della Difesa Israel Katz, che ha accusato l’Ayatollah Khamenei di essere il mandante diretto dell’attacco contro obiettivi civili: "Ordina di colpire ospedali. Khamenei vuole la distruzione dello Stato di Israele. Un uomo del genere non può più essere lasciato in vita". 

 

"Il governo criminale americano e il suo presidente devono sapere che ogni azione contro l’Iran islamico avrà conseguenze molto gravi", si legge in un comunicato trasmesso dalla televisione di Stato iraniana. La risposta di Teheran non si limita al fronte militare. Le autorità iraniane hanno annunciato l’arresto di 24 persone accusate di spionaggio per Israele e propaganda anti-regime e alcuni membri del Parlamento hanno rilanciato la proposta di chiudere lo stretto di Hormuz, snodo vitale per il commercio petrolifero mondiale. 

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